29. Dic. 1821.
[2305,2] Ho detto altrove p. 880. sgg.
pp.
1710-11
pp. 2252. sgg. che gli
antichi (e ciò per natura) consideravano il forestiero come naturalmente ed
essenzialmente diverso dal paesano, e come ente d'altra natura. Quindi è ch'essi
si difendevano da' forestieri o gli assaltavano, come facevano colle bestie,
cogli animali o colle cose d'altra specie, se non quanto ponevano maggior gloria
nel vincer gli uomini, come vittoria più difficile. Ma la guerra nell'antica e
primitiva idea non differiva o punto o quasi punto dalla caccia (come non
differisce presso i selvaggi). Quindi non quartiere, non pietà, non magnanimità
(che allora non si credeva aver luogo col nemico), non perdono col vinto; quindi
2306 ostinazione, risolutezza di non cedere, (e
come avrebbero voluto sottostare al governo di animali, di fiere ec.? come
dunque a quello di uomini creduti d'altra specie?) disperazione di esser vinto,
schiavitù, depredamenti, incendi, distruzioni degli alberghi e dei paesi, delle
sostanze e delle persone dei vinti; quindi tutti gli altri effetti dell'antico
odio nazionale, che altrove ho specificati, e che sono parimente moderni nei
selvaggi, barbari ec. (29. Dic. 1821.).