14. Giugno. 1822.
[2474,1] Diciamo tuttogiorno in volgare: venir voglia a uno d'una cosa, venirgli pensiero, talento, desiderio,
ec. ec. V. la
Crusca e i Diz. francesi e spagnuoli. Or chi ardirebbe di dir questo in latino? Chi non
lo stimerebbe un barbaro italianismo o volgarismo? Or ecco appunto una tal frase
parola per parola nel poema più perfetto del più
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perfetto ed elegante poeta latino, e in un luogo che dovea necessariamente esser
de' più nobili, cioè nel principio e invocazione delle Georgiche: (l. 1. v. 37.)
Nec tibi regnandi veniat tam
dira cupido, Nè ti venga sì brutta voglia di
regnare
*
cioè nell'inferno. V. il Forcell. e il Gloss. se hanno
niente al proposito. (14. Giugno. 1822.).