26. Giugno. 1822.
[2499,1]
2499 Ho assegnato altrove pp. 2017-18
pp. 2410-12
pp. 2433-34 come
principio d'infinite e variatissime qualità dell'animo umano (p. e. l'amor delle
sensazioni vivaci) l'amor della vita. Questo amore però è non solo necessaria
conseguenza, ma parte, ovvero operazione naturale dell'amor proprio, il quale
non può non essere amore della propria esistenza, se non quando quest'esistenza
è divenuta una pena. Ma ciò non in quanto esistenza, chè l'esistenza in quanto
esistenza, è per natura eternamente amata sopra ogni cosa dall'esistente.
Perocchè tanto è amar la propria esistenza in quanto esistenza, quanto è amar se
stesso. E sarebbe una contraddizione quasi impossibile a concepirsi, che
l'esistenza non fosse amata dall'esistente; e quindi che in certo modo
l'esistenza fosse odiata dall'esistenza, e combattuta dall'esistenza, e
contraria all'esistenza, o anche semplicemente non cara e non gradita a se
stessa, nemmeno inquanto se stessa. (26. Giugno. 1822.).