25. Luglio, dì di S. Giacomo maggiore 1822.
[2582,1]
2582 Il piacere che noi proviamo della Satira, della
commedia satirica, della raillerie, della maldicenza
ec. o nel farla o nel sentirla, non viene da altro se non dal sentimento o
dall'opinione della nostra superiorità sopra gli altri, che si desta in noi per
le dette cose, cioè in somma dall'odio nostro innato verso gli altri,
conseguenza dell'amor proprio che ci fa compiacere dello scorno e
dell'abbassamento anche di quelli che in niun modo si sono opposti o si possono
opporre al nostro amor proprio, a' nostri interessi ec., che niun danno, niun
dispiacere, niuno incomodo ci hanno mai recato, e fino anche della stessa specie
umana; l'abbassamento della quale, derisa nelle commedie o nelle satire ec. in
astratto, e senza specificazione d'individui reali, lusinga esso medesimo la nostra innata misantropia. E dico
innata, perchè l'amor proprio, ch'è innato, non può star senza di
2583 lei. (25. Luglio, dì di S. Giacomo maggiore 1822.)