13. Ott. 1822.
[2636,1] Non c'è regola nè idea nè teoria di gusto universale
{ed eterno.} Qual potrebb'ella essere, se non la
natura? (e qual cosa è, o vero, essendo, si può immaginare e intendere e
concepire da noi, fuori della natura?) ma qual natura, se non l'umana? Poichè le
cose che cadono sotto la categoria del buon gusto o del cattivo gusto, non sono
considerate se non per rispetto all'uomo. Or non è ella cosa manifestissima, che
la natura dell'uomo si diversifica moltissimo secondo i climi, {secoli,}
costumi, assuefazioni, governi, opinioni, circostanze fisiche, morali,
politiche, ec. e queste, individuali, nazionali ec. ec.? Resta dunque per tutta
idea e teoria di gusto
2637 universale {ed eterno,} un idea ed una teoria, che comprenda
solamente, e si fondi, e si formi di quei principii che, relativamente al gusto,
si trovano esser comuni a tutti gli uomini, e tenere alla primitiva e immutabile
natura umana. Ma questi principii, dico io che sono pochissimi, ed
applicabilissimi, conformabilissimi, e fecondi di numerosissime e diversissime
conseguenze (siccome lo sono tutti i principii naturali, e veramente elementari,
perchè la natura è semplicissima, pochi principii ha posto, e questi,
infinitamente e diversissimamente {e anche contrariamente} modificabili): {
Contrariamente. Non si trovano
forse mille contrarietà fra le indoli, opinioni, costumi, di diversi tempi,
nazioni, climi, individui, popoli civili fra loro, e rispetto ai non civili,
e questi fra se medesimi, ec.? Pur tutti hanno i medesimi principii
elementari costituenti la natura umana.} dal che segue che questa idea
e questa teoria d'un gusto che sia veramente universale {ed
eterno,} si riduce a pochissime regole, ed è infinitamente meno
circoscritta e distinta di quel che comunemente si crede; e lascia luogo a
infiniti
2638 gusti diversissimi ed anche contrarii fra
loro (che noi riproviamo, e perchè ripugnano al gusto nostro o individuale o
nazionale, {e questo forse momentaneo,} li crediamo, al
nostro solito, contrarii all'universale ed eterno): anzi non solo lascia loro
luogo, ma li produce, non meno che quello ch'a noi pare il solo vero buon gusto
ec. (13. Ott. 1822.).