13.-14. Ottobre. 1822.
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Ma senza alcun fallo
gli uomini comunemente hanno questo difetto, e tutti generalmente in ciò
pecchiamo, che noi della nostra vita speriamo assai, ed il nostro tempo
largo misuriamo, e dello altrui per lo contrario sempre temiamo, e
siamone scarsi e solleciti, debole e breve reputandolo. Perocchè chi è
quello che tanto oltre sia, o che così vicino alla fossa abbia il piede,
che non si faccia a credere di dover quattro o sei anni poter
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campare, e che a ciò ogni cosa opportuna non
apparecchi? Veramente io credo che niuno ce ne abbia fra noi; nè
maraviglia sarebbe di ciò, se noi questa medesima speranza avessimo
similmente della altrui vecchiezza, che noi abbiamo della nostra, e non
ci facessimo beffe in altrui di quello che in noi medesimi
approviamo.
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Casa, Orazione seconda per
la Lega. Lione (Venezia) appresso Bartolommeo Martin. senza data di
tempo. appiè del 3. tomo delle opere del Casa, Venez.
Pasinelli
1752. p. 41. Tre altre pagine mancano per la fine
dell'Oraz.
(13.-14. Ottobre. 1822.).