18. Agosto. 1823.
[3191,2] All'amore che noi abbiamo della vita, e quindi delle
sensazioni vive, dee riferirsi il piacere che ci recano negli scritti o nel
discorso le parole chiamate espressive, cioè quelle che producono in quanto a
loro una idea vivace, o per la vivacità dell'azione o del soggetto qualunque
ch'elle significano (come spaccare), o perchè
vivamente rappresentano all'immaginativa questa
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medesima azione o soggetto, qualunque siasi la cagione perch'esse vivamente lo
rappresentino (come spaccare più vivamente rappresenta
l'azione significata, e desta un'idea più viva che fendere per varie ragioni che ora non accade specificare, e lungo
sarebbe il farlo), o perchè di un'azione o di un soggetto non vivace, ne destano
però una viva e presente idea. (18. Agosto. 1823.).