1. Dec. 1820.
[368,1] Si suol dire che la monotonia fa parere i giorni più
lunghi. Così è quanto alle parti del tempo considerate separatamente. Ma quanto
al complesso è tutto l'opposto, perchè un giorno pieno di varietà, terminato che
sia ti parrà lunghissimo, anzi spesso ti avverrà di credere a prima giunta che
una cosa fatta, accaduta, veduta, ec. oggi, appartenga al giorno di ieri o ier
l'altro, perchè la moltiplicità delle cose allunga nella tua memora lo spazio, e
il maggior numero degli accidenti, accresce l'apparenza del tempo. All'opposto
in una vita tutta uniforme, spesso ti avverrà (e m'è avvenuto) di credere che
l'accaduto ieri o ier l'altro appartenga al giorno d'oggi, o quello di più
giorni fa, al giorno di ieri. E ciò per la ragione contraria, {e perchè l'uniformità impiccolisce l'immagine delle
distanze.} Così la monotonia
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vita in quanto la lunghezza è penosa, e l'abbrevia in quanto la lunghezza è
piacevole e desiderata; e la tua vita passata nell'uniformità ti par brevissima
e momentanea, quando ne sei giunto al fine. (1. Dec. 1820.).