20. Ott. 1823.
[3737,1]
3737 Altrove ho detto pp. 2110-12
pp. 2378-80 che non si
dà reminiscenza senza attenzione, e che dove non fu attenzione veruna, di quello
è impossibile che resti o torni ricordanza. L'attenzione può esser maggiore o
minore e secondo la memoria (naturale o acquisita) della persona, e secondo la
maggiore o minore durevolezza e vivacità della ricordanza che ne segue. Può
essere anche menoma, ma se una ricordanza qualunque ha {pur} luogo, certo è che una qualunque attenzione la precedette. Può
essere eziandio che l'uomo non si avvegga, non creda, non si ricordi di aver
fatta attenzione alcuna a quella tal cosa ond'e' si ricorda, ma in tal caso, che
non è raro, e' s'inganna. Forse l'attenzione non fu volontaria, fors'ella fu
anche contro la volontà, ma ella non fu perciò meno attenzione. Se quella tal
cosa lo colpì, lo fermò, anche momentaneamente, anche leggerissimamente, anche
decisamente contro sua voglia, ancorch'ei ne distogliesse subito l'animo; ciò
basta, l'attenzione vi fu, l'averlo colpito non è altro che averlo fatto
attendere, comunque pochissimo e per pochissimo, comunque obbligandovelo mal
grado suo. (20. Ott. 1823.).