26. Nov. 1823.
[3909,2]
Alla p. 3310.
Quanto influisca sempre l'immaginazione, l'opinione, la prevenzione ec.
sull'amore anche corporale, sui sentimenti che un uomo prova in particolare
verso una donna, o una donna verso un uomo, è cosa notissima. E in particolare
ha forza sull'amore, non solo platonico o sentimentale, ma eziandio corporale
verso gl'individui particolari, tutto ciò che ha del misterioso, e che serve a
rendere poco noto all'amante l'oggetto del suo amore, e quindi a dar campo alla
sua immaginazione di fabbricare, per dir così, intorno ad esso oggetto. Perciò
moltissimo contribuisce all'amore e al desiderio anche corporale, tutto ciò che
ha relazione ai pregi {+o alle qualità
comunque amabili} dell'animo nell'oggetto amabile, e in particolare un
certo carattere profondo, malinconico, sentimentale, o un mostrar di rinchiudere
in se più che non apparisce di fuori. Perocchè l'animo e le sue qualità, e
massimamente queste che ho specificate, son cose occulte, ed ignote all'altre
persone, e dan luogo in queste all'immaginare, ai concetti vaghi e
indeterminati; i quali concetti e le quali immaginazioni congiungendosi al
natural desiderio che porta l'individuo dell'un sesso verso quello dell'altro,
danno un infinito risalto a questo desiderio, accrescono strabocchevolmente
3910 il piacere che si prova nel soddisfarlo; le idee
misteriose e naturalmente indeterminate, che hanno relazione all'animo
dell'oggetto amato, che nascono dalle qualità e parti apparenti del suo spirito,
e massime se da qualità che abbiano del profondo e del nascosto e dell'incerto,
e che promettano o dimostrino {+altre lor
parti o} altre qualità occulte ed amabili ec., queste idee dico,
congiungendosi alle idee chiare e determinate che hanno relazione al materiale
dell'oggetto amato, e comunicando loro del misterioso e del vago, le rendono
infinitamente più belle, e il corpo della persona amata o amabile, infinitamente
più amabile, pregiato, desiderabile; e caro quando si ottenga.
[3910,1] Generalmente una delle grandi cagioni che hanno
prodotto il sentimentale, l'amore spirituale ec., oltre quella notata nel
pensiero a cui questo si riferisce, si è che gli uomini civilizzandosi di più in
più, e sempre colla stessa proporzione acquistandone ed aumentandosene di
consistenza, di efficacia, di valore, d'importanza, {+di estensione, di attività, d'influenza, forza, e
potere, di facoltà,} la parte spirituale ed interna dell'uomo, si è
venuto primieramente a riconoscere e supporre nell'uomo una parte nascosta e
invisibile che i primitivi o non supponevano affatto o molto leggieramente, e
{poco} distintamente dalla parte visibile e
sensibile; poscia a considerarla altrettanto quanto la parte esteriore; poi più
di questa, e di mano in mano tanto più, che oggimai nell'uomo e in ciascuno
individuo umano, se la natura non ripugnasse (la quale all'ultimo
3911 non può mai totalmente essere nè spenta nè
superata) non altro quasi si considererebbe che l'interiore, e per uomo non
s'intenderebbe in nessun caso altro che il suo spirito. Ora in proporzione di
questa spiritualizzazione delle cose, e della idea dell'uomo, e dell'uomo
stesso, è cominciata e cresciuta quella spiritualizzazione dell'amore, la quale
lo rende il campo e la fonte di più idee vaghe, e di sentimenti più indefiniti
forse che non ne desta alcun'altra passione, non ostante ch'esso e in origine, e
anche oggidì quanto al suo fine, sia forse nel tempo stesso {e} la più materiale e la più determinata delle passioni, comune,
quanto alla sua natura, alle bestie, ed agli uomini i più bestiali {e stupidi ec.} e che meno partecipano dello spirito.
Fino a tanto che giunta in questi ultimi tempi al colmo la spiritualizzazione
delle cose umane, è, si può dir, nato a nostra memoria, o certamente in questi
ultimi anni si è reso per la prima volta comune quell'amore che con nuovo nome,
siccome nuova cosa, si è chiamato sentimentale; quell'amore di cui gli antichi
non ebbero appena idea, o che sotto il nome di platonico, apparendo talora in
qualche raro spirito, o disputandosene tra' filosofi e gli scolastici, è stato
finora riputato o una favola e un ente di ragione e chimerico, o un miracolo, e
cosa ripugnante alla universal natura, o un impossibile, o una cosa
straordinarissima, o una parola vuota di senso, e un'idea confusa; e veramente
ella è stata, si può dir, tale finora, cioè confusissima e {+da' filosofi} piuttosto nominata che concepita, e
{da' più savi, come tale, derisa e} stimata
incapace di mai divenir
3912 chiara. Questa eccessiva
moderna spiritualizzazione dell'amore, la quale con proprio vocabolo chiamiamo
amore sentimentale, risponde alla suprema spiritualizzazione delle cose umane,
che in questi ultimi tempi ebbe ed ha luogo.
[3912,1] E come dalla spiritualizzazion delle cose umane sia
nata e dovuta nascere, e seco sempre in esatta proporzione crescere, e
finalmente venire al colmo la spiritualizzazione dell'amore, e quindi il vago e
l'indefinito che ora è proprio di questa passione e de' sentimenti dell'un sesso
verso l'altro, è manifesto e facile a spiegare colle cose predette. L'uomo da
principio, siccome in se stesso e negli altri uomini, così naturalmente anche
nella donna, e viceversa la donna nell'uomo, non consideravano che l'esteriore.
Ma col principiar della civilizzazione, nascendo l'idea dello spirito, a causa
della forza ed azione che la parte interna incominciava ad acquistare e
sviluppare, e di mano in mano, come questa parte all'esterna, così l'idea dello
spirito a quella del corpo, prima agguagliandosi, e poi appoco a poco
strabocchevolmente prevalendo, l'individuo dell'un sesso in quello dell'altro
dovette necessariamente prima incominciare a considerare anche lo spirito, e poi
seguendo, considerarlo quanto il corpo, e finalmente più del corpo medesimo,
almeno in un certo senso e modo. Sicchè l'oggetto amabile dell'un sesso fu
all'individuo dell'altro, non più un oggetto semplicemente materiale, come in
principio, ma un oggetto composto di spirito e di corpo, di parte occulta e di
parte manifesta, e poscia di mano in mano un oggetto più spirituale che
3913 materiale, più occulto e immaginabile che
manifesto e sensibile, più interiore che esteriore. E come le idee che hanno
relazione alla parte interna {ed occulta} dell'uomo,
sono naturalmente vaghe ed incerte, quindi l'idea dell'oggetto amabile,
considerato nel detto modo, cominciò necessariamente ad avere del misterioso,
congiungendosi in essa idea la considerazion dello spirito a quella del corpo; e
acquistando di mano in mano la prima considerazione sopra la seconda, sempre più
misteriosa ne dovea divenire l'idea dell'oggetto amato, sino ad aver finalmente
più del mistico, dell'incerto e del vago, che del chiaro e determinato. Così i
sentimenti e le idee che appartengono alla passion dell'amore, pigliarono sempre
più dell'indefinito a proporzion della civilizzazione (e quindi essa passione
divenne, non v'ha dubbio, incomparabilmente più dilettosa); tanto che,
quantunque il principio dell'amore sia quel medesimo necessariamente oggi che fu
ne' primitivi, che è ne' selvaggi, che è e fu sempre ne' bruti, ed altrettanto
materiale e animale, nondimeno essa passione adunando in se lo spirituale col
materiale, è divenuta così diversa da quelle, che certo l'amor propriamente
sentimentale non sembra aver nulla che fare nè {coll'amore} de' selvaggi, nè {con} quello
dei bruti, ma essere di natura e di principio {e di
origine} affatto diverso e distinto. Ed oggidì anche l'amore il meno
platonico e il più sensuale, pur tiene necessariamente nelle sue idee e ne' suoi
sentimenti assaissimo dello {{spirituale, e quindi
dell'}}immaginoso, e quindi del vago e dell'indefinito; e nell'oggetto
amato
3914 o goduto {o
amabile} anche la persona più brutale sempre considera alquanto e in
qualche modo una parte occulta di esso oggetto che accompagna ed anima e
strettamente appartiene, abbraccia ed è congiunta a quella parte e a quelle
membra che egli desidera, o ch'ei si gode, o ch'ei riguarda come amabili e
desiderabili; perchè in fatti quella parte vi è, ed ha grandissima parte
nell'essere di quell'oggetto, e l'interno è una grandissima porzione di questo,
per brutale {o insensato} che anch'esso si sia; e
l'amante il vede assai bene tuttodì. Parlo di oggetti amati e di amanti che
quantunque brutali, o incolti, e poco esistenti per lo spirito, pur sieno de'
civili.
[3914,1] Del resto, tornando al primo proposito, come
l'immaginazione {+e il mistero
particolare ec.} influisce sommamente e modifica ec. l'amore anche il
più corporale verso gl'individui particolari d'altro sesso (o anche del medesimo
sesso, secondo l'uso de' greci), così {+l'immaginazione e il mistero generale derivante dall'uso delle vesti,
influì {nel modo che} si è detto nel
pensiero a cui questo si riferisce, e sempre e del continuo}
influisce generalmente sopra l'amore e i sentimenti {(anche i
più materiali per principio, per iscopo ec.)} dell'un sesso verso
l'altro, considerato tutto insieme. E come la considerazione dello spirito che è
cosa occulta, influisce su quella del corpo, e rende misteriosi e vaghi i
sentimenti e le idee che da questo {naturalmente e
principalmente} hanno origine, ed a questo propriamente, benchè or più
or meno apertamente e immediatamente {e principalmente}
si riferiscono; così la considerazione del corpo divenuto anch'esso cosa, per la
maggior sua parte, occulta e sottoposta all'immaginazione altrui più ch'ai
sensi, rende misteriosi ec. e spiritualizza nel modo il più naturale i
sentimenti e le idee ec.: e da una causa tutta materialissima nasce
3915 un effetto che ha dello spiritualissimo, del
semplicemente spirituale, del più spirituale ch'alcuno altro ec.
[3915,1] Quanto poi l'immaginazione, l'opinione, la
preoccupazione e cento cause affatto e per lor natura e principio aliene ed
estrinseche ai soggetti medesimi, influiscano e possano sull'amore e sui
sentimenti dell'un sesso verso l'altro ne' casi particolari, mi basti
considerarne fra gl'infiniti, un esempio. Suppongansi un fratello e una sorella,
ambo giovanissimi, bellissimi, sensibilissimi, e per ogni parte dispostissimi,
ed espertissimi eziandio, dell'amore verso gl'individui d'altro sesso.
Supponghiamo che dopo lunga assenza, si riveggano l'un l'altro, e ponghiamo che
ciò sia in tempi o in circostanze che il lor cuore, la loro sensibilità, la loro
facoltà di passione non sieno {state} per niun modo blasées, usées, istupidite,
{indebolite} ec. o dal commercio del mondo o da
checchè sia. Certo è ch'essi proveranno l'un verso l'altro de' sentimenti
vivissimi, tenerissimi, amorosissimi, piangeranno di affetto ec. Ma in questa
passione o momentanea o durevole che proveranno l'uno verso l'altro, benchè
certamente v'avrà molto di corporale, perchè gli ho supposti bellissimi e
giovanissimi, oltre sensibilissimi, non v'avrà però nulla di sensuale, e quel
corporale prenderà forma della più spiritual cosa del mondo; e non per tanto la
detta passione, come dall'amor sensuale di qualsivoglia specie, così sarà di
genere e di natura sensibilissimamente diverso da qualunque di quegli amori
verso un altro sesso, che si chiamano sentimentali, incominciando
3916 dal più imperfetto, fino al più puro, spirituale,
platonico, ed apparentemente più casto ed angelico, insomma il più veramente e
semplicemente sentimentale che si possa trovare o pensare. Ed essi medesimi o
espressamente o implicitamente si accorgeranno di questa differenza in modo che
non sarà loro possibile di confondere neanche per un momento quella passione che
allor proveranno con nessuna di quelle altre, le quali pur saranno capacissimi
di provare, come ho supposto, e quindi ben le concepiranno, e di più le avranno
effettivamente provate, come ho anche supposto. Anzi voglio anche supporre che
ambedue si trovino attualmente in una di queste altre passioni, e che sia delle
vivissime dall'un lato, e dall'altro delle più pure e sentimentali possibili. Nè
questa nocerà a quella, nè essi lasceranno di sentire, in modo da non poter
dubitarne, una decisa ed intera differenza di specie dall'una all'altra. Certo è
che tutte queste supposizioni non sono chimeriche, e che generalmente parlando,
si son date e si danno effettivamente nelle nazioni civili delle passioni di
amore vivissime, tenerissime, purissime costantissime, tra fratello e sorella,
belli e giovani; di un padre verso una figlia bellissima, di una madre ec. e
così discorrendo; e che queste passioni possono essere e furono e sono
distintissime da qualunque altra di quelle che si provano o possono provare
verso gl'individui d'altro sesso. Certo è insomma che si dà un amor fraterno, un
amor paterno ec. più o men vivo, ma anche vivissimo e tenerissimo
3917 tra persone diverse di sesso, il quale è
sensibilissimamente e totalmente distinto da qualunque altro di quegli amori più
propriamente detti, che si provano verso gl'individui d'altro sesso verso i
quali essi non sono vietati da certe leggi, pretese naturali, cioè dall'opinione
ec. Si dà, dico, il detto amore nelle persone civili, {o
semicivili ec.} cioè in quegli uomini in cui possono le leggi e quindi
le opinioni relative ec. E si dà or più or meno durevole; più frequentemente
però poco durevole (nel suo stato di così vivo e tenero, e di così distinto nel
tempo stesso da quegli altri amori): ma basta al nostro argomento ch'esso sia e
possibile e sovente (e foss'anche stato una sola volta) reale, eziandio per un
solo istante. (Del resto, tutto ciò non toglie che non si dieno e si sien dati
{+forse anche più spesso} amori
o sensuali o sentimentali, ma d'altro genere, tra fratelli e sorelle, padri e
figlie, madri e figli ec. eziandio civilissimi.)
[3917,1] Or da queste osservazioni si deduce 1.o parlando
dell'amore {tra l'un sesso e l'altro} generalmente,
come esso dipenda e sia modificato, senza alcuna influenza della natura propria,
dall'immaginazione e dall'opinione. Poichè quel fratello che alla vista di
quella tal persona, se non foste[fosse] stata
sua sorella, anzi pur solamente s'esso non lo avesse saputo, avrebbe certo
provata tutt'altra specie di amore, o se non altro, si sarebbe sentito spinto o
capace di tutt'altra specie di sentimenti verso lei; solo per sapere e pensare
quella essere sua sorella, prova un amore e una sorta di sentimenti di
diversissima e distintissima specie. Giacchè che questa {+differenza e il provar questi sentimenti e il non provar
quelli,} sia effetto dell'opinione e prevenzione ec., e non di un
secreto istinto
3918 naturale, come dicono, per modo
che quel fratello, anche non sapendo quella essere sua sorella, dovesse provare
affetto {+(ancorchè menomo)} verso
lei, e questo fraterno, e non provare affetto d'altra sorta, e così un padre
verso una figlia ignota, o verso un figlio del medesimo sesso, e cose simili,
sono tutte stoltezze, e dimostrate per falsissime, oltre dalla ragione, da mille
esperimenti.
[3918,1] 2. Le dette osservazioni servono d'altro esempio
confermante la prima mia proposizione, cioè quante {passioni} sentimenti ec. {anche tenerissimi
ec.} che paiono assolutamente naturali, {+anzi pure quante specie di passioni assolutamente e per
origine e principio} sieno puri effetti di circostanze, opinioni ec. e
di accidenti che in natura non avrebbero avuto luogo. Infatti questo amor
fraterno o paterno ec. verso individui d'altro sesso, così vivo per una parte, e
per l'altra così distinto dagli altri amori verso il sesso differente, anche da'
più puri, sembra bensì la più natural cosa del mondo, eppure è mero effetto
delle circostanze, delle opinioni, delle leggi, le quali sono le vere madri di
questa sorta di amore, che non par poter essere altro che opera e figlia della
natura, e questa averla messa negli animi di propria mano, laddove senza le
opinioni, costumi e leggi essa sorta di amore non avrebbe esistito, almeno in
quel tal grado ec., e il genere umano ne sarebbe al tutto inesperto, e non
saprebbe che cosa ella si fosse. Siccome accade veramente ne' selvaggi ec. che
non abbiano leggi o costumi relativi ec. i quali non faranno mai difficoltà di
usare colle sorelle, e amandole vivamente ciò non
3919
sarà in altra guisa che carnalmente (poichè essi non sono capaci nemmeno degli
altri amori sentimentali), altrimenti non le ameranno, o solo leggermente e
senza trasporto, e come e in quanto compagne abituate fin dalla nascita a
convivere seco loro, come accade anche agli altri animali verso i loro abituali
compagni, senza alcuna relazione alla conformità del sangue, e senza che questa
abbia alcuna parte nel produrre quell'affezione, eccetto in quanto ella può
esser causa di somiglianza ec. che serve all'amicizia, e in quanto ad altre
circostanze estrinseche, e in somma diverse dalla semplice e propria
consanguineità per se stessa, benchè sieno anche suoi effetti. E tale non calda
amicizia avrà luogo, come tra gli animali, così tra' selvaggi (ed anche tra
noi), più tra' compagni abituati a vivere insieme, che tra' fratelli, o tra
padri e figli, posto il caso che questi non abbiano avuto o non abbiano tale
abitudine, ed altri ed alieni sì. Perocchè essa amicizia è tra loro in quanto
compagni abituati (accidente, e cosa {i cui effetti
appartengono} all'assuefazione), non in quanto consanguinei, o in
quanto simili di naturale, di carattere, inclinazioni, {età} ec., non in quanto consanguinei. ec. ec. Del resto quel che ho
detto dell'amor fraterno o paterno {ec.} tra individui
di sesso diverso si stenda ancora a quello tra fratello e fratello, padre e
figlio ec., chè anch'esso in grandissima parte è opera ed assoluta creatura, o
delle leggi, costumi, opinioni ec. o dell'assuefazioni, del convitto, della
somiglianza, e {di} cose diverse insomma dalla
consanguineità per se stessa. Massime un amor vivo, {sentimentale, tenero, fervido} ec. Il quale parimente non suol
3920 aver luogo che ne' civili ec. Tra' selvaggi, come
tra gli animali, l'amore, o almeno l'amor vivo tra' genitori e' figliuoli, anzi
de' genitori verso i figliuoli, non dura se non quanto è bisogno alla
conservazione di questi ec. In quel tempo egli è veramente naturale e d'istinto
ec. Ma i selvaggi per barbarie non lasciano di avere talora anche in costume di
abbandonare i figli appena nati, {o poco appresso ec.}
di esporli ec. ec., come anche usavano molti antichi civili, e come pur troppo
s'usa anche oggi tra noi in mille casi ec. ec. e Rousseau espose o tutti o non pochi de' figli che
ricevette dalla sua Teresa Levasseur
ec., cose tutte ignote in qualunqu'altra specie di animali, e contro natura se
altra mai, e di cui non è capace se non l'uomo ridotto comunque in società, cioè
corrotto, e perniciose di lor natura alla specie ec. ec. {Puoi vedere a questo proposito le pagg. 3797-802. e sopra alcune anche
più orribili barbarie, uno o due de'
luoghi del Cieça citati a p. 3796.}
Puoi vedere Aristot.
Polit.
Florent. 1576. lib. 7. p. 638-40. dove si dà per legge
conveniente e necessaria alle repubbliche l'esposizione dei figli, non solo
imperfetti, come in Lacedemone, ma eziandio
generati dopo una certa età ec., e di più dove l'esposizione per legge non sia
permessa, si consiglia e prescrive da quel filosofo l'ἄμβλωσις {+artificiale e volontaria,} ec. E
vedi anche i commentari del Vettori ai detti luoghi.
(26. Nov. 1823.).