11. Dec. 1823.
[3973,1] Non è dubbio che la civiltà, i progressi dello
spirito umano ec. hanno accresciuto mirabilmente e in numero e in grandezza e in
estensione le facoltà umane, e generalmente le forze dell'uomo, il quale essendo
ora, al contrario che da principio, più spirito che corpo, come dico altrove
pp. 3909. sgg.
pp. 3932. sgg. , può
veramente, anche nelle cose materiali, infinitamente più che da principio. Ma
bisogna vedere se queste nuove facoltà, questo accrescimento di forze ec.
corrisponde ed era destinato dalla natura
3974 sì
generale sì della specie umana in particolare, e giova o nuoce alla felicità
d'essa specie, chè nocendo, è certo che non corrisponde alla natura ec. Di
quante incredibili abilità vediamo noi col fatto che moltissimi animali (fino ai
pulci addestrati da non so chi a tirare un cocchietto d'oro) sono capaci, e lo
videro gli antichi che ne raccontano maraviglie, corrispondenti alle moderne,
benchè alcune maggiori, per la maggiore industria degli antichi, in questa come
in tante altre cose, manifatture, lavori d'arte ec. Chi non le avesse udite da
testimonii irrecusabili, o vedute cogli occhi propri o ascoltate co' propri
orecchi, neppur le avrebbe immaginate, nè figuratasene la possibilità, la
capacità, l'attitudine fisica in quella specie di animali, come p. e. elefanti,
cani, orsi, gatti, topi (cosa vera) ec. ec., anche ferocissime, e apparentemente
le più incapaci di disciplina e di mutar costumi ec. e di mansuefarsi e obbedire
agli uomini ec. Or chi dirà che tali abilità le quali accrescono le facoltà di
quelli animali ec. fossero per ciò destinate dalla natura o generale, o loro
particolare ec. giovino alla loro felicità ec. e che le loro rispettive specie
sarebbero più perfette o meno imperfette, se tali abilità fossero in esse più
comuni, o universali ec.? E senz'andar troppo lontano, quante {proprietà} abilità {ec.}
lontanissime dalla sua primitiva condizione, non acquistano tuttodì sotto i
nostri occhi, e tuttodì esercitano, i cavalli da tiro, da maneggio ec. proprietà
ed abilità che non ci fanno più meraviglia alcuna, a causa dell'abitudine e
frequenza, e che l'arte d'insegnar loro siffatte cose è comunissima {+e presentemente e da lungo tempo,
facile}; ma nè questa nè quelle sono perciò men degne di maraviglia.
3975 Or con tutto questo, e con tutto che il numero
degl'individui così ammaestrati sia tanto, e così continuo e successivo ec. chi
dirà che ec. come sopra? se non chi stima che tutto il mondo, e in questo la
specie de' cavalli, sia fatta di natura sua per servizio dell'uomo, e tenda a
questo come a suo fine, e non abbia la sua perfezione fuor di questo, onde sia
destinata e disposta naturalmente all'acquisto di quelle facoltà e qualità che
si richiedono o convengono e giovano a tal servizio, di modo che un cavallo non
sia perfettamente cavallo {+se e fino
ch'}ei non sa portare un uomo sul suo dosso, e obbedire a' suoi segni
e prevenirli e indovinarli ec. ec. e far tutto questo perfettamente. (11.
Dec. 1823.).