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12. Dec. 1823.

[3975,3]  In Omero tutto è vago, tutto è supremamente poetico nella maggior verità e proprietà e nella maggior forza ed estensione del termine; incominciando dalla persona {{e storia}} sua, ch'è tutta involta e seppellita nel mistero, oltre alla somma antichità e lontananza {+e diversità de' suoi tempi da' posteriori e da[da'] nostri massimamente e sempre maggiore di mano in mano.} (essendo esso il più antico, non solo scrittore che ci rimanga, ma monumento dell'antichità profana; la più antica parte dell'antichità superstite), che tanto contribuisce per se stessa a favorire l'immaginazione. Omero stesso è un'idea vaga e conseguentemente poetica. Tanto che si è anche dubitato e si dubita ch'ei non sia stato mai altro veramente che un'idea. (12. Dec. 1823.). Il qual dubbio,  3976 stoltissimo benchè d'uomini gravissimi, non lo ricordo se non per un segno di questo ch'io dico. (12. Dec. 1823.).