21. Maggio. 1824.
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Alla p. 4064.
Da questo ragionamento segue che la maggior parte degli altri animali (poichè la
vita naturale dell'uomo è delle più lunghe, e il suo sviluppo corporale è de'
più tardi) sono anche per questa parte naturalmente più felici di noi, tanto più
quanto il loro sviluppo è più rapido, al che corrisponde in ragion diretta la
brevità della vita, perchè il Buffon
osserva ch'ella è tanto più breve quanto più rapida è la vegetazione
dell'animale (s'intende del genere, e spesso anche degl'individui rispetto al
genere) l'accrescimento del suo corpo e facoltà, le sue funzioni animali per
conseguenza, e il giungere allo stato di perfezione e maturità; {e viceversa.}
{Similmente discorrasi delle donne, in
proporzione ec.} Questo si osserva per lo meno in quasi tutti i generi
{+anche vegetali.}
(Buffon, nel capitolo, se non erro, della Vecchiezza). Ond'è che p. e. i cavalli e poi di
mano in mano gli altri di sviluppo più rapido, sino a quegl'insetti che non
vivono più d'un giorno, (v. il mio Dial. d'un Fisico e
di un Metafisico) sieno tutti di mano in mano più e più disposti
naturalmente alla felicità che non è l'uomo, non ostante che la brevità della
vita loro sia nella stessa proporzione; la qual brevità o lunghezza non aggiunge
e non toglie nè cangia un apice nella felicità d'alcun genere di animali (nè
anche negl'individui), come ho dimostrato nel Dial. succitato e nel pensiero a cui questo si riferisce.
(21. Maggio. 1824.).