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Bologna. 15. Nov. 1825.

[4152,1]   4152 Πρῶτον μὲν ὦν χρὴ τοῦτο γινώσκειν ὅτι ὁ μὲν ἀγαϑὸς ἀνὴρ οὐκ εὐϑέως * (idcirco, luego, non statim, come rende il Gesnero) εὐδαίμων ἐξ ἀνάγκας ἐστίν * . Archytas Pythagoreus, de viro bono et beato ap. Stob. serm. 1. ed. Gesner. Basileae 1549. p. 13.
[4152,2]  ᾽Aγκύριον per ἄγκυρα * áncora. Socrate ap. Stob. loc. cit. p. 21. e c. 2. p. 33.
[4152,3]  Bozzo volg. - bozzolo; e bozzolo in altri significati, coi derivati. V. Crus.
[4152,4] Una delle maggiori difficoltà ec. consiste nella soppressione delle vocali e nel non essersi scoperta sin ad ora la regola costante per poterle supplire, * dice il Ciampi parlando della lingua etrusca in generale nell'Antologia di Firenze N.° 58. Ottobre 1825. p. 55. Quali regole sicure abbiamo, non per la lezione letterale ma per la grammaticale? * (della scrittura etrusca). È certo che le vocali spesso son tralasciate; ma ciò facevasi egli a capriccio degli scarpellini, o per seguitare la pronunzia, ovvero per qualche regola stenografica od ortografica, come la scrittura massoretica degli Ebrei? Nulla ne sappiamo; e molto meno sappiamo in qual modo si abbiano da supplire * . ib. p. 57. Ciò serva p. il mio discorso pp. 1283. sgg. sopra la cagione della soppression delle vocali nelle scritture più antiche e più rozze e imperfette. (Bologna. 15. Nov. 1825.).