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Bologna. 6. marzo. 1826.

[4167,5]  Alla p. 4164. capoverso 9[10]. Così étendu nello stesso senso; disteso, distesamente ec. E v. l'es. di Dante e del Tasso nella Crusca in Dilatato.
[4167,6]  Sbevazzare.
[4167,7]  Fare con accusativo di tempo, per passare, V. la Crusca. - Schol. Euripid. ad Hippolyt. v. 35. viaf13159474306327662266ἔϑoς γὰρ τοῖς ἐϕ᾽ αἵματι (ob caedem patratam) viaf13159474306327662266ϕεύγουσι (exulantibus) viaf13159474306327662266ἐνιαυτὸν ποιεῖν ἐκτὸς τῆς πατρίδος. {{V. p. 4210. fin.}}
[4167,8]  Serpere lat. e ital. - serpeggiare. Pasteggiare cioè far pasti ec.
[4167,9]  Riferisce Cicerone de Divinat. un detto di Catone che egli si maravigliava come l'uno aruspice scontrandosi coll'altro si tenesse dal ridere. Applichisi questo detto ai Principi nei loro congressi, e massimamente in quelli degli ultimi tempi. (Bologna. 6. Marzo. 1826.).