«11. Marzo. Vigil. della Domenica di Passione. 1826. Bologna.20. Marzo. Lunedì Santo. Bologna. 1826.»
Bologna 11. Marzo. 1826.
[4169,1] L'uomo (e così gli altri animali) non nasce per
goder della vita, ma solo per perpetuare la vita, per comunicarla ad altri che
gli succedano, per conservarla. Nè esso, nè la vita, nè oggetto alcuno di questo
mondo è propriamente per lui, ma al contrario esso è tutto per la vita. -
Spaventevole, ma vera proposizione e conchiusione di tutta la metafisica.
L'esistenza non è per l'esistente, non ha per suo fine l'esistente, nè il bene
dell'esistente; se anche egli vi prova alcun bene, ciò è un puro caso:
l'esistente è per l'esistenza, tutto per l'esistenza, questa è il suo puro fine
reale. Gli esistenti esistono perchè si esista, l'individuo esistente nasce ed
esiste perchè si continui ad esistere e l'esistenza si conservi in lui e dopo di
lui. Tutto ciò è manifesto dal vedere che il vero e solo fine della natura è la
conservazione delle specie, e non la conservazione nè la felicità
degl'individui; la qual felicità non esiste neppur punto al mondo, nè per
gl'individui nè per la specie. Da ciò necessariamente si dee venire in ultimo
grado alla generale, sommaria, {suprema} e terribile
conclusione detta di sopra. (Bologna 11. Marzo.
1826.).