Recanati. 12. Dic. 1826.
[4231,3]
Assai meglio
scrisse
*
(il Boccaccio)
quando si lassò guidar {solamente} dall'ingegno ed instinto suo naturale, senza altro studio o cura di limare i scritti suoi,
che quando con diligenza e fatica si sforzò d'esser più culto e
castigato.
*
Castiglione prefazione del Cortegiano.
Senza altro
*
(cioè alcuno) impedimento
*
. Ib. lib. 2. ed. Venez.
1541. carta 79. p. 2. principio, ed. Venez. 1565. p. 198. fin. E così il medesimo autore nella citata opera altre più
volte. Senz'altro
strepito
*
(cioè niuno.). Ib. lib. 3. carta 126. principio. - p.
310.
[4231,4] Pare che la fanciullezza e la gioventù abbia
ingenita e naturale una inclinazione a distruggere, e la età matura e avanzata,
a conservare. Nè voglio io dedur questo dal vedere che i giovani sogliono
scialacquare e mandare a
4232 male i patrimoni, dove
che i provetti gli accumulano, conservano e accrescono; la qual cosa facilmente
si spiega, e nasce perchè i giovani sono confidenti, e poco riflettono, nè
pensano all'avvenire, in vece che i vecchi sono timidi, cauti, e sempre
solleciti del futuro.
{inconsideranza e
spensieratezza del futuro} Ma vedesi quel che io ho detto, eziandio in
cose dove non ha luogo alcuno nè il timore o la fiducia, nè la provvidenza o la
improvvidenza dell'avvenire. Un fanciullo e un giovane spessissime volte si
piglierà piacere di uccidere una mosca o altro animaletto, cacciandolo anco con
fatica, senza altra ragione o altro fine che di prendersi gusto; rarissime volte
si compiacerà, o gli verrà pure in capo, di salvar qualche animale, vedendolo in
pericolo, e potendolo salvar senza affaticarsi. Un uomo maturo o un vecchio rare
volte si piglierà diletto di uccidere, spesso si compiacerà di salvare tali
creature, vedendole in qualche pericolo di perdersi, e potendo massimamente
soccorrerle senza suo disagio. E ciò faranno gli uni e gli altri, come per
instinto, e senza ragionarvi sopra. È manifesto poi come i giovani tendano alla
novità, e {non solo} sieno vogliosi d'innovar
propriamente, ma eziandio semplicemente di spegner l'antico, o di vederlo
spento; e i provetti, per lo contrario, gelosi della conservazione delle cose
che sono. Onde si potrebbe dire che la natura, sempre intenta e studiosa non
meno a distruggere che a conservare o produrre, avesse dato stimolo e incarico a
quelli che crescono e vengono innanzi nel mondo, di distruggere, quasi per farsi
luogo; e a quelli che declinano, e si avviano alla partenza, di conservare e
produrre, quasi per lasciar pieno il luogo loro, per lasciar cose che restino in
loro scambio, per supplire il posto che essi son per lasciare.
(Recanati. 12. Dic. 1826.).
