Firenze. 18. Sett. 1827.
[4289,2] Addolcendosi i costumi, diffondendosi le cognizioni
e la coltura delle maniere nelle classi inferiori, avanzandosi la civiltà,
veggiamo che i grandi delitti {o} spariscono, o si
fanno più rari. Se mancati i grandi delitti e i grandi vizi, potranno aver luogo
le grandi virtù, le grandi azioni, questo è un problema, che l'effetto e
l'esperienza della civilizzazion presente deciderà per la prima volta. -
Parlando con un famoso ed eloquente avvocato napoletano, il Baron Poerio, che ha avuto a
trattare un gran numero di cause criminali nella capitale e nelle provincie del
Regno di Napoli, ho dovuto ammirare in quel popolo
semibarbaro {o semicivile piuttosto,} una quantità di
delitti atroci che vincono l'immaginazione, una quantità di azioni eroiche di
virtù (spesso occasionate da quei medesimi delitti), che esaltano l'anima la più
fredda (come è la mia). Certo niente o ben poco di simile nelle parti men
barbare dell'italia, e
4290 nel
resto d'europa, nè per l'una nè per l'altra parte.
(Firenze. 18. Sett. 1827.)