10 Giugno 1819.
[60,2] È pure una bella illusione quella degli anniversari per
cui quantunque quel giorno non abbia niente più che fare col passato che
qualunque altro, noi diciamo, come oggi accadde il tal fatto, come oggi ebbi la
tal contentezza, fui tanto sconsolato ec. e ci par veramente che quelle tali
cose che son morte per sempre nè possono più tornare, tuttavia rivivano e sieno
presenti come in ombra, cosa che ci consola infinitamente allontanandoci l'idea
della distruzione e annullamento che tanto ci ripugna e illudendoci sulla
presenza di quelle cose che vorremmo presenti effettivamente o di cui pur ci
piace di ricordarci con qualche speciale circostanza; come va sul luogo ove sia
accaduto qualche fatto memorabile, e dice qui è successo, gli pare in
certo modo di vederne qualche cosa di più che altrove non ostante che il luogo
sia p. e. mutato affatto da quel ch'era allora ec. Così negli anniversari. Ed io
mi ricordo di aver con indicibile affetto aspettato e notato e scorso come sacro
il giorno della settimana e {poi} del mese e poi
dell'anno rispondente a quello dov'io provai per la prima volta {un tocco di} una carissima passione. Ragionevolezza
benchè illusoria ma dolce delle istituzioni feste ec. civili ed ecclesiastiche
in questo riguardo.