7. Feb. 1821.
[620,1]
Floro IV. 12. verso la fine: Q5834994Hic finis
621
Augusto bellicorum
certaminum fuit: idem rebellandi finis Hispaniae. Certa mox fides et
aeterna pax; cum ipsorum ingenio in pacis partes
promtiore: tum consilio Caesaris. Dopo aver letto tutto ciò
che Floro dice delle virtù guerriere
degli Spagnuoli II. 17. 18. III. 22. e
in quel medesimo capo che ho citato, nelle cose che precedono immediatamente il
riferito passo; (notate che Floro, si
crede per congettura dai critici, oriundo Spagnuolo) considerando l'assedio
famosissimo di Sagunto; ricordandosi di quel luogo di
Velleio dove fra le altre {molte} cose del valore Spagnuolo, arriva a dire che la
Spagna
Q5834994in
tantum Sertorium armis extulit, ut per quinquennium dijudicari
non potuerit, Hispanis Romanisne in armis plus esset roboris, et
uter populus alteri pariturus foret; (II. 90. sect.
3.) dopo, dico, tutto questo e le altre infinite prove che si hanno
del singolar valore Spagnuolo antico e moderno, fa maraviglia che Floro chiami l'indole
622 e l'ingegno degli Spagnuoli, Q5834994promtius in pacis
partes. Ma questa è appunto la proprietà dei popoli
meridionali, famosa presso gli scrittori filosofici moderni, massime stranieri.
Somma disposizione all'attività, ed al riposo: egualmente atti a guerreggiare
valorosamente e disperatamente, ed a trovar piacevole e cara la pace, ed anche
abusarne, ed esserne ridotti alla mollezza, e all'inerzia. Tante risorse trovano
questi popoli nella loro immaginazione, nel loro clima, nella loro natura, che
la loro vita è occupata internamente, ancorchè neghittosa e nulla all'esterno.
Q3693562Leur vie n'est qu'une[un]
rêve, dice la Staël. Tanta è l'attività della loro anima, che questa come
è capacissima di condurli ad una somma attività nel corpo (anzi alla sola vera
attività esterna, perchè la sola che abbia il suo principio nell'attività
interiore, come si vede nel paragone fra i soldati meridionali, e i
settentrionali, che sono operosi piuttosto come macchine {ubbidienti ad ogni impulso,} che come viventi) così anche li dispensa
dall'attività del corpo, e ne li compensa, ogni volta che questa manca: trovando
essi bastante vita nel
623 loro interno, nel loro
individuo. Anzi questa proprietà, pregiudica bene spesso all'attività esterna, e
per una soprabbondanza di vita interiore rende il
mezzogiorno
rêveur, indolente, insouciant (quantunque, offerta l'occasione, l'attività del corpo,
ch'è l'effetto dell'entusiasmo e dell'immaginazione, o che allora è forte e
viva, quando proviene da questi principii, prorompe vivamente; eccetto se
l'assuefazione non ha di troppo intorpiditi certi popoli, come l'italiano). Q3693562Ailleurs, c'est la vie qui, telle quelle est, ne suffit pas aux
facultés de l'ame; ici, (parla dei contorni di
Napoli) Q3693562ce sont les facultés de l'ame qui ne suffisent pas à la vie, et la
surabondance des sensations inspire une rêveuse indolence dont on se
rend à peine compte en l'éprouvant. (Staël, Corinne
l. II. ch. 1. Paris 1812. 5.me édit. t. 2. p.
176.) Così infatti vediamo accaduto negl'italiani terribili
anticamente, ed anche modernamente nella guerra, e oziosissimi e
negligentissimi, e nulla curanti di novità e di movimento nella pace. Così negli
624 Spagnuoli, popolo intieramente pacifico
nell'ultimo secolo, e fortissimo guerriero e belligero nei due precedenti; e
così anticamente bellicosissimo, o certo valorosissimo in difendersi fino ad
Augusto; e da indi {in} poi, eternamente pacifico e fedele, come dice Floro: e similmente nel principio di
questo secolo, passato in un'[un] attimo da un
lunghissimo e profondissimo riposo, a una guerra possiamo dire spontanea, certo
nazionale, e vivissima, e generale, ed atrocissima. Così nei francesi valorosi
in guerra, ed effeminati e molli nella pace.
[624,1] Come appunto i fanciulli, giacchè anche questo effetto
deriva dalle stesse cagioni, i quali sebbene attivissimi naturalmente, con tutto
ciò obbligati dalle circostanze, all'inazione esterna, la suppliscono e
compensano ed occupano intieramente, con una vivissima azione interna. E per
azione interna, intendo sì nei fanciulli, come nei detti popoli, anche quella
che si dimostra al di fuori, ma che si occupa di bagattelle, e di nullità, ed in
queste ritrova bastante pascolo e vita all'anima: e per conseguenza non deriva,
625 non si fonda, non è sufficiente all'uomo, se non
in forza dell'energia, dell'immaginazione, delle facoltà insomma e della vita
interna.
[625,1] Tutto l'opposto accade nei Settentrionali, bisognosi
di attività e di movimento e di novità e varietà esterna, se vogliono vivere,
giacchè non hanno altra vita, mancando dell'interna. E perciò in apparenza molto
più attivi degli altri popoli, ma in realtà, e se vince la naturale tendenza ed
indole, torpidissimi.
[625,2] Gli orientali si possono, cred'io, mettere insieme coi
meridionali in questo punto. (7. Feb. 1821.).