18. Aprile 1821.
[955,2]
L'antichità e
l'eccellenza della lingua sacra degl'indiani
*
(sascrita), hanno naturalmente chiamato a se l'attenzione e destato la
curiosità degli Europei. I ragguardevoli suoi titoli ad essere
considerata come la più antica lingua che l'uman genere conosca, muovono
in noi quell'interesse da cui le vetustissime età del mondo sono
circondate. Costruita secondo il disegno più perfetto forse che
dall'ingegno umano sia stato immaginato giammai, essa c'invita a
ricercare se la sua perfezione si restringa ne' limiti della sua
struttura, o se i pregi delle composizioni indiane partecipino della
bellezza del linguaggio in cui sono dettate.
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Spettatore di
Milano. 15. Luglio 1817. Quaderno 80. parte straniera. p.
273. articolo di D.
Bertolotti sopra la traduzione inglese del Megha Duta
956 poema sascrittico di Calidasa, Calcutta 1814. estratto però
senza fallo da un giornale forestiero, e non dalla stessa traduzione, come
apparisce in parecchi luoghi, e fra l'altro da' puntini che il Bertolotti pone dopo alcuni
paragrafi di esso articolo, come p. 274. 275. ec. (18. Aprile
1821.)