[229,2] Il sistema di Napoleone metteva in somma le sostanze dei privati inabili e inerti
fra le mani degli abili e attivi, e il suo governo, contuttochè dispotico,
perciò appunto conservava una vita {interna,} che non
si trova mai ne' governi dispotici, e non sempre nelle repubbliche, perchè
l'uomo di talento e volontà di operare, era quasi sicuro di trovare il suo posto
di onore e di guadagno. Al che contribuiva la moltiplicità infinita
degl'impieghi la quale faceva che ogni uomo abile ed operoso potesse essere
mantenuto e arricchito a spese dei privati inabili e pigri. (Oltre una certa
sagacità ed equità nella scelta dei talenti e delle persone). E per una parte
non aveva il torto, perchè il privato incapace e indolente, nè beneficato giova,
nè maltrattato nuoce alle cose pubbliche. E ne seguiva che tutto il corpo che
sotto qualunque governo sarebbe stato morto, si lagnasse di lui, e tutto quello
che parte sarebbe stato vivo in qualunque circostanza, parte lo era per la
natura e l'efficacia del suo governo, se ne lodasse. (31. Agosto
1820.).
[251,1]
Bonaparte per isnidare i malandrini da
una contrada di Parigi v'introdusse i giullari e i
giocolieri per richiamarvi il popolo, e frequentarla. (V. Lady
Morgan, France liv. 5. principio). Il Papa alcuni
mesi addietro per isnidare i malviventi da Sonnino luogo
di loro rifugio nei confini del suo stato verso Napoli,
decretò la distruzione di quel paese. Bonaparte popolò il nido dei ladroni per cacciarneli, e ottenne
252 l'intento; il Papa giudicò di non potere ottenerlo fuorchè colla
distruzione di quel luogo. Dice Cicerone che si devastano e
distruggono le città nemiche, ma che se distruggiamo le nostre proprie, ci
caviamo gli occhi di nostra mano.