Carattere morale degli uomini, come rappresentato da altrui.
Moral character of people, as represented by others.
194,3[194,3] Oltre che il virtuoso è per l'ordinario sconosciuto
{e non voluto conoscere e confessare} dalla
moltitudine che è formata dai tristi, tale è la misera condizione dell'uomo in
società, e dell'intrigo delle circostanze, ch'egli è sovente sconosciuto e
pigliato per tutt'altro, anche dagli altri pochissimi virtuosi. Io mi sono
abbattuto a dovere stimare ed amare due persone di rettissimo cuore, che per
alcuni incontri datisi tra loro, si stimavano scambievolmente con intima
persuasione, pessimi di carattere e di cuore. Tant'è, noi giudichiamo {del carattere} degli uomini dal modo nel quale si sono
portati verso noi o perchè credessero di dovere, e anche dovessero portarsi
così, o arbitrariamente, o per forza di congiunture, o anche per colpa. E il
195 più scellerato del mondo, se non ci avrà nociuto, e
per qualunque motivo, avrà avuto occasione di beneficarci, anche semplicemente
di trattarci bene, di mostrarcisi affabile manieroso rispettoso ec. basterà
questo perch'egli nell'animo nostro abbia un posto non cattivo, ed anche di uomo
onesto. E quando anche l'intelletto ripugni, il cuore e la fantasia ne terranno
sempre questo concetto. Questa dovrebb'essere regola generale per qualunque
senta dir bene o male di chicchessia. Se quegli che parla, parla per altrui
relazione, o se parla di mala fede può avere altri motivi. Ma tolti questi due
casi, ordinariamente nella vita privata, tu devi supporre che quegli che ti
parla ha ricevuto bene o male da quella {tal} persona,
e da tutto il suo discorso non credere di restare informato se non di questo.
(31. Luglio 1820.).
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