28. Agosto. 1822.
[2615,1] In questa, come in molte altre qualità, lo scriver
francese si rassomiglia allo stile orientale, il quale anch'esso per le medesime
ragioni, e per loro necessaria conseguenza è {tutto}
spezzato, come si vede ne' libri poetici e sapienziali della scrittura.
{La lingua ebraica manca quasi affatto di
congiunzioni d'ogni sorta, e non può a meno di passar da un periodo
all'altro senza legame, se pure vuol servire alla varietà, perchè altrimenti
tutti i suoi periodi comincerebbero, come moltissimi cominciano, dall'uau.} Ma ciò può esser virtù per gli
orientali, essendo difetto ne' francesi: perchè a quelli è naturale, a questi
no. Neppur noi italiani, neppur gli spagnuoli hanno quella tanta soprabbondanza
di sentimento vitale, e quella tanta veemenza e rapidità naturale e abituale e
fisica d'immaginazione che hanno gli orientali; a cui perciò riesce
insoffribilmente languido e lento quell'andamento dello scrivere che per noi è
moderato, e quelle immagini ec. che per noi tengono
2616 il giusto mezzo; e a cui riesce moderatissimo quel che riesce eccessivo per
noi. Ma se neppur gl'italiani e {neppur} gli spagnuoli
hanno la forza abituale e fisica della vita interna che hanno gli orientall,
molto meno ci arriveranno i francesi. E in verità il modo del loro scrivere è
per loro abito, non già natura, come si può vedere anche ne' loro scrittori
antichi. (28. Agosto. 1822.).
