28. Sett. 1823.
[3545,1] Il più deciso effetto, e quasi la somma degli
effetti che produce in un uomo di raro ed elevato spirito la cognizione e
l'esperienza degli uomini, si è il renderlo indulgentissimo verso qualunque
maggiore e più {eccessiva} debolezza, piccolezza,
sciocchezza, ignoranza, stoltezza, malvagità, vizio e difetto altrui, naturale o
acquisito; laddove egli era verso queste cose severissimo prima di tal
cognizione; e il renderlo facilissimo ad apprezzare e lodare le menome virtù e i
piccolissimi pregi, che innanzi alla detta esperienza ei soleva dispregiare, non
curare, stimare indegni di lode, e quasi confondere o non distinguere dalle
3546 imperfezioni; insomma il renderlo facilissimo e
solito a stimare, e difficilissimo, insolito, anzi quasi dimentico del
dispregiare e del non curare, tutto all'opposto di quel ch'egli era per lo
innanzi. Tanto poco vagliono gli uomini. E da ciò si può dedurre e far {esatto} giudizio quanto sia il valor vero e la virtù
vera degli uomini. (28. Sett. 1823.). {{v. p.
3720.}}