21. Marzo. 1824.
[4050,8] Della superiorità della lingua latina sulla greca
per certe parti e qualità, del che ho detto in proposito dei continuativi di cui
i greci mancano p. 1117
p. 2142
pp. 2784-86, cioè non ne hanno un genere determinato, si può dire lo
stesso
4051 rispetto agl'incoativi, di cui i greci non
hanno un genere e forma così determinata e assegnata come i latini, sebbene si
servono molto spesso, a significar l'incoazione, di verbi in ίζω fatti da quelli
che significano l'azione o passione positiva, o aggiungono a' temi in άω, έω ec.
il ζ, facendone άζω, έζω ec. Ma queste forme non sono così precisamente
determinate alla significazione incoativa, perchè infiniti verbi così formati ne
hanno tutt'altra, infiniti significano lo stesso che il primo tema (del che
altrove pp. 2825-26
pp.
3284. sgg., sebben forse in origine potranno avere avuto diverso
senso), infiniti non hanno altro tema, almen noto, e non significano cosa
incoativa ec. sia che questi e i sopraddetti abbiano perduta col tempo siffatta
significazione, e confusala ec. sia che mai non l'abbiano avuta, il che, di
moltissimi almeno, è certo, perchè molte volte la desinenza in ίζω o ζω è
frequentativa. Anche de' frequentativi determinati ec. mancano i greci, mentre
gli hanno non solo i latini ma gl'italiani (e moltissimi generi, come pure in
latino ve n'è più d'uno), i francesi ec. Mancano ancora de' {verbi} disprezzativi, vezzeggiativi ec. ec. che i latini e
gl'italiani ec. hanno, e più d'un genere. (21. Marzo. 1824.).