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20. Aprile. Martedì di Pasqua. 1824.

[4075,3]  Quelli che non hanno bisogni sono ordinariamente molto più bisognosi di coloro che ne hanno. Uno de' grandissimi e principalissimi bisogni dell'uomo è quello di occupare la vita. Questo è altrettanto reale quanto qualunque di quelli a' quali occupandola si provvede; anzi è più reale, e maggiore eziandio assai, perchè il soddisfare a questo bisogno è l'unico o il principal mezzo di far la vita meno infelice che sia possibile, laddove il soddisfare a qualsivoglia di quegli altri per se, non è che un mezzo di mantenere la vita, la qual per se stessa nulla importa. Importa sibbene la felicità, o posta la vita, il menarla meno infelicemente che si possa. Ora al detto massimo bisogno, che è continuo ed inseparabile dalla vita umana, quelli che non hanno bisogni, o che per dir meglio non sono necessitati di provvedere essi medesimi a' bisogni che hanno, gli suppliscono molto più difficilmente,  4076 e più di rado, e per lo più per {molto} minore spazio della loro vita, e in generale molto più incompletamente di quelli che hanno a provvedere da se a' propri bisogni naturali e della vita. (20. Aprile. Martedì di Pasqua. 1824.).