27. Giugno 1820.
[142,1] Nei trasporti d'amore, nella conversazione coll'amata,
nei favori che ne ricevi, anche negli ultimi, tu vai piuttosto in cerca della
felicità di quello che provarla, il tuo cuore agitato, sente sempre una gran
mancanza, un non so che di meno di quello che sperava, un desiderio di qualche
cosa anzi di molto di più. I migliori momenti dell'amore sono quelli di una
quieta e dolce malinconia dove tu piangi e non sai di che, e quasi ti rassegni
riposatamente a una sventura e non sai quale. In quel riposo la tua anima meno
agitata, è quasi piena, e quasi gusta la felicità. (v. Montesquieu
Temple de Gnide canto 5. dopo il mezzo. p.
342). Così anche nell'amore, {ch'è} lo stato
dell'anima il più ricco di piaceri e d'illusioni, la miglior parte, la più
dritta strada al piacere, e a un'ombra di felicità, è il dolore. (27.
Giugno 1820.).