1. Agosto 1820.
[195,2] Sebbene è spento nel mondo il grande e il bello e il
vivo, non ne è spenta in noi l'inclinazione. Se è tolto l'ottenere, non è tolto
nè possibile a togliere il desiderare. Non è spento nei giovani l'ardore che li
porta a procacciarsi una vita, e a sdegnare la nullità e la monotonia. Ma tolti
gli oggetti ai quali anticamente si era rivolto questo ardore, vedete a che cosa
li debba portare e li porti effettivamente. L'ardor giovanile, cosa
naturalissima, universale, importantissima, una volta entrava grandemente nella
considerazione
196 degli uomini di stato. Questa materia
vivissima e di sommo peso, ora non entra più nella bilancia dei politici e dei
reggitori, ma è considerata appunto come non esistente. Fratanto[Frattanto] ella esiste ed opera senza direzione nessuna,
senza provvidenza, senza esser posta a frutto (opera perchè quantunque tutte le
istituzioni tendano a distruggerla, la natura non si distrugge, e la natura in
un vigor primo {freschissimo} e sommo com'è in
quell'età) e laddove anticamente era una materia impiegata {e
ordinata} alle grandi utilità pubbliche, ora questa materia così
naturale, e inestinguibile, divenuta estranea alla macchina e nociva, circola e
serpeggia e divora sordamente come un fuoco elettrico, che non si può sopire
{nè impiegare in bene} nè impedire che non iscoppi
in temporali in tremuoti ec. (1. Agosto 1820.).