16. Sett. 1821.
[1717,2] Chi non è avvezzo ad attendere e imparare, non impara mai. I contadini
stentano gli anni a mettersi in mente una mezza pagina della Dottrina Cristiana, il Credo ec. Certo fra i contadini si troverà
pure qualche buona memoria, e moltissimi hanno volontà d'imparare. Ma nessuna
facoltà senz'assuefazione: e la memoria la più felice per tutto il resto, non ha
la facoltà delle operazioni in cui non è esercitata. Lo stesso dico
dell'intelletto. Oltre che i villani non hanno una {bastante} assuefazione generale della memoria che renda lor facile di applicarla ai diversi
generi di assuefazioni particolari; nè dell'intelletto che renda lor facile
l'attendere, senza la qual facoltà
(che è pure acquisita) non v'è memoria. (16. Sett. 1821.).