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4. Maggio 1821.

[1010,2]  Se i tedeschi oggidì hanno tanto a cuore, e stimano così utile l'investigare e il conoscere fondatamente le origini della loro lingua, e se il Morofio (Polyhist. lib. 4. cap. 4.) si lagnava che al suo tempo i suoi tedeschi fossero trascurati nello studiare le dette origini; Dolendum * ec. v. Andrès, luogo cit. qui sopra, p. 249. quanto più dobbiamo noi italiani studiare e mettere a profitto la lingua latina (che sono le nostre origini); lingua così suscettibile di perfetta  1011 cognizione; lingua così ricca, così colta così letterata ec. ec.; lingua così copiosa di monumenti d'ogni genere {e di tanto pregio}: laddove per lo contrario la lingua teutonica originaria della tedesca (Andrès, ivi, p. 249. 251. 253. lin. 6. 14. 18. paragonando {anche} questi ultimi tre luoghi colla p. 266. lin. 9.) è difficilissima a conoscere con certezza, e impossibile a conoscere se non in piccola parte, è lingua illetterata ed incolta, e scarsissima di monumenti, e quelli che ne restano sono per se stessi di nessun pregio (Andrès, 249-254.) {+Aggiungete che l'esser la lingua latina universalmente conosciuta, e stata in uso nel mondo, ed ancora in uso in parecchie parti della vita civile, non solo giova alla ricchezza della fonte ec. ma anche al poterne noi attingere con assai più franchezza. Se la lingua teutonica fosse pure stata altrettanto grande e ricca, ed a forza di studio si potesse pur tutta conoscere ec. che cosa si potrebbe attingere da una lingua dimenticata, e nota ai soli dotti ec. ec.? chi potrebbe intendere a prima giunta le parole che se ne prendessero? ec. V. p. 3196.} (4. Maggio 1821.).