6. Maggio 1821.
[1014,3] L'u francese, del quale ho
discorso in altro pensiero pp. 54-55, potè essere introdotto in
Francia mediante le Colonie greche, come
Marsiglia ec.
[1015,1]
1015 Mediante le quali colonie ec. la lingua e
letteratura greca si stabilì, com'è noto, in varie parti delle
Gallie. V. il
Cellar. dove parla di
Marsiglia. E le
Gallie ebbero scrittori greci, come Favorino Arelatense, S. Ireneo (sebben forse nato greco) ec. ec. V. anche il Fabric.
dove parla di Luciano, B.
Gr. lib. 4. c. 16. §. 1. t. 3. p. 486. edit. vet.
[1015,2] Dalle quali osservazioni si potrebbe anche dedurre
che le parole francesi derivate dal greco, e che non si trovano negli scrittori
latini, e che io in parecchi pensieri, ho supposto p. 109 che fossero
nel volgare latino, come planer ec. fossero venute
nella lingua francese immediatamente dalle antiche communicazioni avute colla
lingua e letteratura greca. Questo però non mi par molto probabile, trattandosi
che la lingua greca fu spenta nelle gallie lunghissimo
tempo innanzi la nascita della francese: che la latina vi prevalse interamente;
e che della celtica ch'era pur la nazionale, appena si trova vestigio nella
francese (v. p. 1012. capoverso
1.). Quanto meno dunque si dovrebbero trovar della greca! Laddove se ne
trovano tanti che han fatto un dizionario apposta, delle parole francesi
derivate dal greco. Inoltre questo argomento non può valer di più di quello che
vaglia
1016 per le parole italiane dello stesso genere,
le quali si potrebbero suppor derivate dalla magnagrecia,
e dalla Sicilia, piuttosto che dal latino: mentre però la
lingua greca si spense in quei paesi tanto innanzi al sorgere della lingua
italiana, e vi si stabilì la latina: che per conseguenza vi è tanto più vicina
alla nostra, in ordine di tempo: anzi immediatamente vicina. {V. p.
1040. fine.} Del resto anche in
Sicilia durò la letteratura greca (se non anche la
lingua) lungo tempo dopo il dominio romano. Diodoro fu siciliano, e così altri scrittori greci. E vedi Porfir.
Vit. Plotin. cap. 11.
donde par che apparisca che in Sicilia a quel tempo vi
fossero cattedre o scuole greche di sofisti, come, si può dire, in tutte le
parti dell'imperio romano, in
Roma, nelle Gallie a tempo di Luciano ec. Cecilio
{Siculo}, benchè romano di nome, e vissuto in
Roma ec. scrisse in greco. V. Costantino Lascaris nel Fabricio, B. Gr. t. 14. p. 22 - 35. edit. vet.
(6. Maggio 1821.). {+Ma nel terzo secolo T. Giulio Calpurnio Siciliano, poeta Bucolico, contemporaneo
di Nemesiano, scrisse in
latino. E così altri Siciliani ec.}