18. Giugno 1821.
[1182,1]
Alla p. 1173.
Così dico pure delle gemme, e di tanti altri oggetti o di uso o di lusso,
difficilissimi a procacciarsi, e non possibili senza infiniti travagli e
disastri, ma che d'altra parte si considerano appresso a poco come necessari
alla vita civile, e servono effettivamente, o sono anche necessari al commercio
fra le nazioni, {(che senza molti di tali oggetti, e di tali
bisogni, non sussisterebbe)} fonte principale della civiltà e quindi
della pretesa felicità del genere umano.
[1183,1]
1183 Il pensiero
precedente intorno all'effettiva necessità di tanti oggetti di lusso
ec. per mantenere e dar motivo al commercio, necessario alla civiltà, quando
anche i detti oggetti non sieno effettivamente e per se stessi nè bisognevoli nè
utili alla vita; merita di essere ampliato: perchè i detti oggetti costando
infiniti travagli all'umanità, si vede come sia necessaria alla civiltà
l'inciviltà, alla perfezione l'imperfezione (nel senso in cui chiamiamo
perfezione il suo contrario), alla umanità e delicatezza e raffinatezza ec. la
barbarie {della società.}
(18. Giugno 1821.).