15. Sett. 1821.
[1706,1] Dalle superiori osservazioni (p. {1705-}1706.) che si
possono molto, e filosoficamente estendere, deducete che forse nessun individuo
(come nessuna nazione rispetto alle altre) ha precisamente le idee di un altro,
circa la più identica cosa. E siccome la ragione dipende ed è interamente
determinata e modificata dal modo in cui le cose si concepiscono,
1707 quindi 1. spiegherete i differentissimi modi in
cui gli uomini ragionano, le diversissime opinioni e conseguenze che tirano
dalle cose, ed anche le diversità stesse dei gusti, dei costumi, ec. ec. ec. 2.
osserverete quanto dobbiamo noi fidarci della ragione, e credere al vero
assoluto: quando di questo vero che noi crediamo universalmente riconosciuto, si
può dir quello che si dice degli oggetti materiali. Le diverse viste vedono uno
stesso oggetto in diversissime misure, (v. due miei pensieri in proposito [pp. 1437-38]
[p. 1623]) ma siccome anche nel veder la misura esse provano la stessa
differenza, così il senso della differenza sparisce, ed ella è impossibile a
ravvisarsi e determinarsi. Così gli uomini concepiscono diversissime idee di una
stessa cosa, ma esprimendo questa con una medesima parola, e variando anche
nell'intender la parola, questa seconda differenza nasconde la prima: essi
credono di esser d'accordo, e non lo sono. ec. ec. ec. Pensiero importantissimo,
giacchè si deve riferire non alle sole idee materiali, ma molto più
1708 alle astratte, {(che tutte in
fine derivano dalla materia)} e agli stessi fondamenti della nostra
ragione. {+Molto più poi alle idee del
bello del grazioso ec.}
(15. Sett. 1821.).