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18. Sett. 1821.

[1729,1]  Alla p. 1721. Lo spirito umano fa sempre progressi, ma lenti e per gradi. Quando egli arriva a scoprire qualche gran verità che dimostri la falsità di opinioni generali e costanti, e che farebbe fare un salto a' suoi avanzamenti, il più degli uomini ricusa di ammetterla, segue placidamente il suo viaggio, finchè arriva a quella tal verità, la quale come tutte le altre di tal natura, non diventa mai comune, se non lungo tempo dopo ch'ella fu (ancorchè geometricamente) dimostrata.
[1729,2]  Si suol dire che lo spirito umano deve assaissimo, anzi soprattutto, ai geni straordinari e discopritori che s'innalzano di tanto in tanto. Io credo ch'egli debba loro assai poco, e che i progressi dello spirito umano siano opera principalmente degl'ingegni mediocri. Uno spirito raro,  1730 ricevuti che ha da' suoi contemporanei i lumi propri dell'età sua, si spinge innanzi e fa dieci passi nella carriera. Il mondo ride, lo perseguita a un bisogno, e lo scomunica, nè si muove dal suo posto, o vogliamo dire, non accelera la sua marcia. Intanto gli spiriti mediocri, parte aiutati dalle scoperte di quel grande, ma più di tutto pel naturale andamento delle cose, e per forza delle proprie meditazioni, fanno un mezzo passo. Altri ripetono le verità da loro insegnate, siccome poco discordi dalle già ricevute, e facilmente ammissibili. Il mondo sì per questa ragione, sì per forza dell'esempio di molti, li segue. I loro successori fanno un altro mezzo passo con eguale fortuna. Così di mano in mano, finchè si arriva a compiere il decimo passo, e a trovarsi nel punto dove quel grande spirito si trovò tanto tempo prima. Ma egli o è già dimenticato, o l'opinione prevalsa intorno a lui dura ancora, o finalmente il mondo non gli rende alcuna giustizia, perch'egli si trova già sapere tutto ciò che quegli seppe, ne fu istruito per altro mezzo, e non crede  1731 di dovergli nulla, come poco infatti gli deve. Così la sua gloria si ridurrà ad una sterile ammirazione, e ad un passeggero elogio che ne farà qualche altro spirito profondo, che consideri com'egli fosse andato innanzi allo spirito umano nella sua carriera. Elogi e considerazioni di poco effetto, perchè il mondo si trova già uguale a lui, ben presto se gli troverà superiore, e lo è forse anche presentemente, perchè il tempo ha ben avuto luogo di meglio sviluppare e confermare le sue dottrine. Or quale ammirazione verso gli uguali o gl'inferiori?
[1731,1]  Un'età non vuol mai trovarsi in contraddizione colle sue opinioni passate, e concepite nella fanciullezza. Ella non è capace se non di progredire appoco appoco sviluppando le sue cognizioni, e mettendo l'età future in grado di arrivare a credere il contrario di ciò che essa credette. Così lo spirito umano si avanza senza mai credere di mutare opinione. Non è se non paragonando remoti e divisi secoli fra loro, che qualche pensatore si accorge come oggi il mondo  1732 creda in mille cose il contrario di ciò che credette. Ma il mondo vi arrivò senz'avvedersene, non l'avrebbe mai fatto avvedendosene; e perciò è follia lo sperare di mutar l'opinione de' propri contemporanei (massime sulle cose non corporee), sia pur mediante la più matematica evidenza. Bisogna contentarsi di farle fare un piccolo grado.
[1732,1]  Certo è però e naturale, che la celerità de' progressi dello spirito umano si accresce in proporzione degli stessi progressi, come il moto de' gravi, il quale benchè sempre gradato, sempre proporzionatamente si accelera. Effetto dell'assuefazione generale al rinnovare alquanto le proprie opinioni, il che dà appoco appoco la facoltà di rinnovarle facilmente un poco più, quindi un po' più, e finalmente, ma pur sempre per gradi proporzionali, il mondo potrà forse anche arrivare a mutare affatto opinione dentro una stessa età, e riconoscere senza molta fatica una verità contraria alle opinioni ricevute. (18. Sett. 1821.).