21. Sett. 1821.
[1760,1]
Quanto più io
gli dava di sprone
*
(dice il Rocca di un mulo spagnuolo ch'egli fu obbligato
a cavalcare una volta in Ispagna), tanto più raddoppiava i calci; io lo batteva, lo ingiuriava, ma le
mie minacce in francese non facevano che irritarlo. Io non sapeva il
suo nome, ed ignorava ancora in quel tempo che ogni mulo in Ispagna
1761 avesse un nome particolare, e che per
farlo andare fosse necessario dirgli nella propria lingua: Via, mulo, via su, capitano, via,
aragonese, ec.
*
Memorie
intorno alla Guerra de' Francesi in Ispagna del Sig. di Rocca. Parte I. Milano.
Pirotta. presso A. F. Stella. 1816. p. 55. V. ancora alcune
importanti notizie sui costumi e la società dei cavalli selvaggi ec. p. 134-37. Parte
II.
[1761,1] Dunque, (e queste osservazioni si potrebbero
moltiplicare e variare in infinito) anche fra gli animali i diversi individui di
una medesima specie sono suscettibili di diversissime assuefazioni, come lo sono
gli stessi individui di variare assuefazione, il tutto secondo le circostanze.
Qual è dunque la nostra superiorità sugli animali fuorchè un maggior grado di
assuefabilità e conformabilità, come fra le diverse specie di animali altre
hanno queste qualità in maggiore altre in minor grado; alcune, come le scimie,
poco meno dell'uomo? Dimostrato che tutte le
1762
facoltà umane ec. ec. ec. non sono altro che assuefazione, è dimostrato che la
natura dell'animo umano, come quella del corpo, è la stessa che quella
dell'animo dei bruti. Solamente varia nella specie, ovvero nel grado delle
qualità, come pur variano in questo i diversi animi delle diverse specie di
bruti. Il bruto è più tenace e servo dell'assuefazione. Ciò viene {appunto} da minore assuefabilità della nostra, perchè
questa, quanto è maggiore per natura, e resa maggiore per esercizio, tanto più
rende facile il cangiare, deporre, variare, modificare assuefazione, come ho
spiegato altrove [pp. 1370-72]
pp. 1452-53
[p.
1630]
[pp. 1682-83]. Gli animali sono tanto più servi dell'assuefazione
quanto meno sono assuefabili proporzionatamente alla natura diversa delle specie
e degl'individui; vale a dire quanto minor talento hanno, cioè disposizione ad
assuefarsi. {V. p. 1770. capoverso 2.} Quindi il mulo
difficilissimo ad assuefarsi, è tenacissimo dell'assuefazione e suo schiavo.
Egli è un animale stupido. Gli animali stupidi sono servi dell'assuefazione più
de' vivaci ec. ec. Paragonate su queste teorie l'asino al cavallo, la pecora
1763 al cane ec. ec. gli animali indocili (cioè poco
assuefabili, e però tenacissimi dell'assuefazione o contratta da loro, o
comunicata loro) ai docili ec. ec. (21. Sett. 1821.).