26. Ott. 1821.
[1991,1] Colui che imita la maniera di parlare, di gestire,
ec. ec. usata da una persona ignota a colei a cui egli l'imita e la descrive,
quando anche l'imitazione sia vivissima, ingegnosissima ec. non produce quasi
nessun {effetto} nè piacere; laddove un'imitazione
assai men viva della stessa cosa, fatta a chi ne conosca bene il soggetto,
riuscirà piacevolissima. Questo serva di regola ai poeti, ai pittori, {ai comici} ec. ec. che esauriscono
1992 la loro vena imitativa (sia pur felicissima) nell'imitar cose
ignote o poco note o niente familiari a' lettori agli spettatori, o al più de'
medesimi. (26. Ott. 1821.).