19. Nov. 1821.
[2122,1] L'italia non ha capitale.
Quindi il centro della lingua italiana si considera
Firenze, come già si considerò la
Sicilia. In tutte le monarchie la buona e vera lingua
nazionale risiede nella Capitale, (Parigi,
Madrid, o Castiglia,
Londra; {ec.}) più o meno
notabilmente secondo la grandezza, l'influenza, la società di essa capitale, e
lo spirito e gli ordini politici e sociali della nazione.
[2122,2] Quando il centro della lingua non è la capitale,
{+il che non può essere se non quando
capitale non v'è,} esso non può nè pretendere nè esercitare di fatto
una più che tanta influenza (quando anche le capitali n'esercitano poca, se poca
influenza hanno politica e sociale). Così accadde in
Grecia. Atene non esercitò nè
pretese più che tanto impero sulla lingua. In Germania
nessun paese l'esercita o lo pretende.
[2123,1]
2123 Di più tale influenza, qualunque sia o sia stata,
non può essere che temporanea, dipendente dalle circostanze, e soggetta a
scemare, crescere, svanire, mutar di posto nsieme con esse. Tale influenza non
derivando dall'essere di capitale, nè dall'influenza politica, non può derivare
se non da quella influenza sociale che è data da una maggioranza di coltura e
letteratura, e che si esercita mediante queste. Firenze e
la Toscana ebbero infatti questa maggioranza dal 300 al
500. (sebbene nel 500. non tanta, e però la loro influenza sulla lingua fu
allora effettivamente minore.) {La
corruzione della barbarie straniera è maggiore in
toscana tanto nelle scritture, quanto nella civil
conversazione che nel resto d'italia anzi quivi è nel
suo colmo, e la riforma non v'ha quasi messo piede. Come dunque dovrà ella
esser la Capitana di questa riforma? Del resto non si può considerare se non
la superiorità o inferiorità nella lingua scritta e civile, sola che spetti
alla letteratura, sola che possa esser nazionale.} Oggi tanto è lungi
che l'abbiano, che, lasciando la lingua dove i toscani sono più ignoranti che
qualunque altro italiano (come furono in parte anche nel 500), secondo che
apparisce da tutto ciò che si stampa in quel paese (intendo la lingua scritta),
Firenze in letteratura sottostà a tutte le altre
metropoli e città
2124 colte
d'italia, eccetto forse Roma,
e la toscana se non a tutte le provincie italiane, certo
cede al Piemonte, Lombardia,
Veneziano, e non supera punto nè le
Marche, nè il Napoletano. La preminenza
dunque della letteratura, sola causa che potesse dare a
Firenze il primato sulla lingua, e che glielo desse
in effetto, è cessata, anzi convertita in inferiorità. {+(Appunto la letteratura è in meschinissimo stato in
Toscana, e indipendentemente dalla lingua, lo
stile, il gusto, le metafore, ogni qualità generale e particolare dello
stile è così barbaro negli stessi Accademici della Crusca, che fa
maraviglia, e non credo che abbia cosa simile in nessuna più incolta parte
d'italia.)} Tolta la causa, deve dunque
cessare l'effetto, come cessò per la Sicilia, che da
prima si trovò nel caso della toscana, e per la
provenza, che da prima fu nel medesimo caso rispetto
alla Francia.
[2124,1] Il dire che Firenze o la
toscana debba anche oggi considerarsi per centro ed
arbitro della lingua italiana perciocchè più secoli addietro fu preminente in
letteratura, e che la sua letteratura antica, le debba dare influenza sulla
lingua nazionale moderna, è lo stesso che dire che gl'italiani debbono scrivere
in lingua antica
2125 e morta, (giacchè la letteratura
toscana è morta) e quelli che seguono a considerar
Firenze per arbitra della lingua italiana, e questa
chiamano ancora ostinatamente toscana, sono, e non possono essere che quegli
stessi i quali considerano e vogliono che la lingua italiana si consideri e
s'adoperi come morta.
[2125,1] La letteratura antica per grande ch'ella sia, non
basta alla lingua moderna. La lingua (massime dove non è società) è sempre
formata e determinata dalla letteratura: dico sempre, cioè successivamente e in
ciascun tempo: onde la lingua presente essendo moderna dev'essere determinata
non dalla letteratura antica, cioè da quella che la determinò, ma da una che attualmente la determini, cioè da una letteratura
moderna. E quindi le province {e città}
d'italia che oggi più delle altre fioriscono in
letteratura, hanno assai più diritto
2126 a determinar
la lingua italiana moderna, che la toscana e
Firenze. Giacchè questo diritto, ed anche questa
influenza di fatto, non la può dare in italia (e nelle
nazioni senza capitale e senza società ec.) se non un'assoluta preponderanza
attuale in fatto di letteratura, unica determinatrice della lingua, perchè unica
cosa nazionale e generale in un paese senza società, senza unità politica, nè
d'altro genere. (19. Nov. 1821.). {Posto eziandio che il toscano fosse
più bello e migliore che l'italiano (come l'attico del greco comune),
nondimeno gli scrittori dovrebbero assolutamente appigliarsi a questo
men bello, e lasciar quello, giacchè non sono obbligati al più bello, ma
al comune e nazionale.}