13. Dic. 1821.
[2250,3] Quell'antica e si famosa opinione del secol d'oro,
della perduta felicità di quel tempo, dove i costumi erano semplicissimi e
rozzissimi, e non pertanto gli uomini fortunatissimi, di quel tempo, dove i soli
cibi erano quelli che dava la natura, le ghiande le quai fuggendo
tutto 'l mondo onora,
*
ec. ec. quest'opinione sì
celebre presso gli antichi e i moderni poeti, ed anche fuor della poesia, non
può ella molto bene servire a conferma
2251 del mio
sistema, a dimostrare l'antichissima tradizione di una degenerazione dell'uomo,
di una felicità perduta dal genere umano, e felicità non consistente in altro
che in uno stato di natura, e simile a quello delle bestie, e non goduta in
altro tempo che nel primitivo, e in quello che precedette i cominciamenti della
civilizzazione, anzi le prime alterazioni della natura umana derivate dalla
società? (13. Dic. 1821.).
{Puoi vedere in tal proposito
la Vita antica di Virgil. dove parla delle sue Bucoliche, c. 21.
e il principio del 22.}
