24. Dic. Vigilia del Natale 1821.
[2280,1] L'italiano mescolare, il
francese mêler, anticamente mesler, lo spagnolo mezclar derivano
evidentemente da un latino misculare o misculari, il quale è tanto ben formato da miscere (da cui abbiamo pur mescere) quanto joculari da jocari, speculari da specere, {+gratulari da gratari,} ed altri molti. E questo misculari trovandosi in tre
diverse lingue figlie della latina, dovè per necessità trovarsi in quella fonte
da cui tutte tre (ciascuna indipendentemente dall'altra) derivarono, cioè nel
volgare latino. Massimamente che le dette voci sono proprissime ciascuna della
sua lingua, fino da' principii di questa. V. il Forcell. il
Glossar. ec. che non ho consultati. Aggiungete che il francese
e lo spagnolo non hanno altro verbo che risponda a miscere, onde si vede che misculare prevalse
nell'uso volgare latino come infatti prevale
2281 nel
med.[medesimo] uso volgare, il mescolare italiano al mescere. {+Similmente prevale (e
questo è veramente il più volgare), prevale dico il mischiare, e questo è in anima e in corpo il misculare, o misculari latino, cambiato per proprietà di nostra pronunzia
il cul, in chi, del
che v. p. 980. marg.
Diciamo anche meschiare, ma è meno usuale, e
l'adoprarlo non è senza qualche affettazione o d'eleganza o d'altro.
V. il Gloss.
se ha nulla, e p.
2385.}
[2281,1] Era costume del volgare latino, costume conservato
nelle tre figlie di usare i diminutivi in luogo e significato de' positivi.
Molto di ciò si potrebbe dire. Gli scrittori usavano il positivo, ma moltissime
sono quelle parole diminutive che anche nell'uso dell'ottima latinità scritta
sono sottentrate ai positivi, o disusati affatto, o anche ignorati, o poco
usati. Oculus è diminutivo di un occus, di cui per miracolo resta notizia. Annulus, paxillus, axilla, maxilla (contrazione palus, mala, ala
ec. V. il Forc. in X. e a' rispettivi
luoghi) {capella,}
e cento altri nomi e verbi positivi nell'uso latino da noi conosciuto, non sono
in origine che diminutivi di altri positivi antichi o ignoti, o poco noti. Nei
volgari moderni poi, non trovi auris, ma auricula (orecchia, oreja,
oreille); non ovis, ma ovicula o ovecula
2282 (oveja); non agnus, ma agnulus o agnellus (agnello, agneau
ec.); non avis fuorchè nello spagnolo, ma avicula, o aviculus, o avicellus, (augello, ausciello ec. v. il Vocabolar. Veronese, uccello, oiseau); {v. il Forc. in aucella, e Gloss.} non apis, ma apicula o apecula (pecchia, abeille ec.); non genu, ma
genuculum ec. v. il Gloss. e il Forc. (ginocchio, genouille) ec. ec. {+
Ranocchia, ranocchio, grenouille (diciamo noi
pure volgarmente granocchio) ec. non sono che
ranacula o ranucula, o ranocula ec. V. il
Gloss.
i Diz. spagn. ec. e il Forcell. se hanno nulla.
V. p.
2358.} Cento e mille altri esempi si potrebbero addurre
dei positivi latini abbandonati nelle lingue moderne per abbracciare i loro
diminutivi; cosa che credo già notata da altri, ma che non si deve creder tanto
moderna, quanto derivata dall'antico uso latino volgare, giacchè troviamo
effettivamente quest'uso {+e questa
inclinazione} nel latino antico, anche scritto e purissimo. Nè questi
tali diminutivi si sono formati a parte a parte nelle lingue figlie, ma nello
stesso grembo del volgar latino comune alle tre nazioni; come apparisce dai
citati esempi, dove i
2283 positivi moderni si trovano
esser manifeste corruzioni di diminutivi latini, anteriori per conseguenza a
tali moderni positivi; e si trovano essere stati diversamente corrotti nelle tre
lingue, secondo il particolar costume di ciascheduna, e per conseguenza si
riconoscono per derivati da un'origine comune, cioè dal volgare latino. {+Abbiamo anche pascolare (diminutivo di pascere,
che pure abbiamo, ma equivalente nel significato) del
quale v. Forcell., Glossar. ec. ec.}
(24. Dic. Vigilia del Natale 1821.).