31. Dic. 1821.
[2315,1] L'animo umano è sempre ingannato nelle sue speranze,
e sempre ingannabile: sempre deluso dalla speranza medesima, e sempre capace
2316 di esserlo: aperto non solo, ma posseduto dalla
speranza nell'atto stesso dell'ultima disperazione, nell'atto stesso del
suicidio. La speranza è come l'amor proprio, dal quale immediatamente deriva.
L'uno e l'altra non possono, per essenza e natura dell'animale, abbandonarlo mai
finch'egli vive, cioè sente la sua esistenza. (31. Dic. 1821.).