10. Giugno 1822.
[2468,1]
Nelle annotazioni alle mie
Canzoni (Canzone 6. stanza 3. verso 1) ho detto e
mostrato che la metafora raddoppia o moltiplica l'idea rappresentata dal
vocabolo. Questa è una delle principali cagioni per cui la metafora è una figura
così bella, così poetica, e annoverata da tutti i maestri fra le parti e
gl'istrumenti principalissimi dello stile poetico, o anche prosaico ornato e
sublime ec. Voglio dire ch'ella è così piacevole perchè rappresenta più idee in
un tempo stesso (al contrario dei termini). E però ancora si raccomanda al poeta (ed è effetto e segno
notabilissimo della sua vena ed entusiasmo e natura poetica, e facoltà
inventrice e creatrice) la novità delle metafore. Perchè grandissima, anzi
infinita parte del nostro discorso è metaforica, e non perciò quelle metafore di
cui ordinariamente si compone risvegliano più d'una semplice idea.
2469 Giacchè l'idea primitiva significata propriamente
da quei vocaboli traslati è mangiata a lungo andare dal significato metaforico
il quale solo rimane, come ho pur detto l. c. E ciò quando anche la stessa
parola non abbia perduto affatto, anzi punto, il suo suo significato proprio, ma
lo conservi e lo porti a suo tempo. P. e. accendere ha
tuttavia la forza sua propria. Ma s'io dico accender
l'animo, l'ira ec. che sono metafore, l'idea che risvegliano è una,
cioè la metaforica, perchè il lungo uso ha fatto che in queste tali metafore non
si senta più il significato proprio di accendere, ma
solo il traslato. E così queste tali voci vengono ad aver più significazioni
quasi al tutto separate l'una dall'altra, quasi affatto semplici, e che tutte si
possono {omai} chiamare ugualmente proprie. Il che non può accadere nelle metafore nuove,
nelle quali la moltiplicità delle idee resta, e si sente tutto il diletto della
metafora: massime s'ell'è ardita, cioè se non è presa sì da vicino che le idee,
benchè diverse,
2470 pur quasi si confondano insieme, e
la mente del lettore o uditore non sia obbligata a nessun'azione ed energia più
che ordinaria per trovare e vedere in un tratto la relazione il legame
l'affinità la corrispondenza d'esse idee, e per correr velocemente e come in un
punto solo dall'una all'altra; in che consiste il piacere della loro
moltiplicità. Siccome per lo contrario le metafore troppo lontane stancano, o il
lettore non arriva ad abbracciare lo spazio che è tra l'una e l'altra idea
rappresentata dalla metafora; o non ci arriva in un punto, ma dopo un certo
tempo; e così la moltiplicità simultanea delle idee, nel che consiste il
piacere, non ha più luogo. (10. Giugno 1822.). {{V. p.
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