29. Giugno, 1822. dì di S. Pietro. 1822.
[2523,2] Il giovane istruito da' libri o dagli uomini e dai
discorsi prima della propria esperienza, non solo si lusinga sempre e
inevitabilmente
2524 che il mondo e la vita per esso
lui debbano esser composte d'eccezioni di regola, cioè la vita di felicità e di
piaceri, il mondo di virtù, di sentimenti, d'entusiasmo; ma più veramente egli
si persuade, se non altro, implicitamente e senza confessarlo pure a se stesso,
che quel che gli è detto e predicato, cioè l'infelicità, le disgrazie della
vita, della virtù, della sensibilità, i vizi, la scelleraggine, la freddezza,
l'egoismo degli uomini, la loro noncuranza degli altri, l'odio e invidia de'
pregi e virtù altrui, disprezzo delle passioni grandi, e de' sentimenti vivi,
nobili, teneri ec. sieno tutte eccezioni, e casi, e la regola sia tutto
l'opposto, cioè quell'idea ch'egli si forma della vita e degli uomini
naturalmente, e indipendẽtemente dall'istruzione, quella che forma il suo
proprio carattere, ed è l'oggetto delle sue inclinazioni e desiderii, {e speranze,} l'opera e il pascolo della sua
immaginazione. (29. Giugno, dì di S. Pietro. 1822.).