1. Luglio 1823.
[2869,1] Non è maraviglia che la scrittura francese sia così
diversa dalla pronunzia. Come altrove ho detto pp. 2462-63 , a tutte le ortografie delle
lingue figlie della latina, ed anche, almeno in parte, della inglese e della
tedesca, servì
2870 di modello e di guida la scrittura
latina, che apparteneva all'unica letteratura che si conoscesse quando prima si
cominciarono a formare e regolare le moderne ortografie, anzi era altresì quasi
l'unica scrittura nota, perchè le lingue moderne poco fino allora s'erano
scritte, e quando conveniva scrivere, s'era per lo più scritto in latino, benchè
barbaro. Ora la pronunzia francese, è tra le pronunzie delle lingue nate dalla
latina, quella che più s'è discostata dal latino. Ond'è che la lingua francese è
altresì fra queste lingue la più diversa dalla madre, così di spirito, di
costruzioni, di maniere, di frasi, {e di assai
vocaboli,} come di suoni. {#(1.) V. p.
2989.} Egli è certissimo che da principio la
lingua francese si pronunziava nel modo stesso che si scriveva, ossia la
pronunzia delle sillabe nelle parole francesi corrispondeva al valore che
avevano nell'alfabeto le lettere con cui esse parole si scrivevano. I versi che
si trovano ancora de' poeti provenzali, pronunziavansi indubitatamente in questo
modo {o con poca differenza,} come ne fa fede la loro
misura, le loro rime ec. che si perderebbero l'une e l'altra pronunziando quei
versi altramente, o alla moderna. Ma le irruzioni e i commerci de'
settentrionali
2871 avendo cangiata la pronunzia
francese, e diradata di vocali e inspessita di consonanti e resa più aspra, e
così diversificatala dalla lingua provenzale, e poi col mezzo della francese,
mutata eziandio la provenzale, (v. Perticari
Apologia di
Dante cap. 11. principio, p. 106. fine - 108. principio, e cap.
12. principio, p. 111. 112. e ivi fine, p. 119. e Capo 16. fine, p.
158.) la lingua francese si allontanò sommamente dalla latina, sì per
li nuovi vocaboli e forme che acquistò da popoli che non avevano mai parlato
latino, sì per li suoni di cui vestì, e con cui pronunziò quegli stessi vocaboli
tolti dal latino ch'ella aveva, e che tuttora conserva. Quindi per due ragioni
la pronunzia francese dovette riuscir diversa dalla scrittura. Primo, per la
sopraddetta, cioè perchè non avendovi scrittura nota, o almeno scrittura
appartenente a lingua letterata e formata, fuori della latina, l'ortografia
francese dovette pur prendere, come l'altre, per suo modello la latina, ed
essendo già la pronunzia francese fatta diversissima dalla latina, e certo assai
più diversa che non erano o non furono poi la spagnuola e l'italiana,
2872 perciò la scrittura francese dovette molto più
differire dalla pronunzia, che non differiscono la spagnuola e l'italiana che
presero e usarono lo stesso modello. Secondo: questa diversificazione e
settentrionalizzazione di pronunzia, avendo avuto luogo, o acquistato forza ed
estensione in Francia piuttosto tardi, e di più
trovandosi che i poeti di cui la Provenza abbondò,
scrivevano il provenzale, stato già tutt'uno col francese, ed allora tuttavia
analogo, ma più latino, (v.
Perticari l. c. p. 107.
principio) lo scrivevano, dico, in modo simile ed analogo al latino;
ed essendo così vero come naturale che i primi che scrissero qualche cosa in
francese, riguardarono ai provenzali, e se li proposero per guide, come quelli
ch'erano in quei tempi i più dotti {forse} della
Francia, ed avevano contribuito a spargere in essa il
gusto della poesia volgare e dello scrivere in volgare; da tutto questo ne seguì
che la scrittura francese si accostò al latino, come ci si accostava e la
scrittura pronunzia provenzale; ci si accostò dico, non ostante che la pronunzia
francese ogni dì più se ne scostasse, con che si venne anche a scostare dalla
scrittura.
2873 Perciocchè veramente si può dire che la
pronunzia francese da se, e movendosi essa, si allontanò {{e
divise}} dalla scrittura, piuttosto che la scrittura dalla pronunzia.
Benchè veramente sia debito de' buoni e filosofi ortografi di far che la
scrittura in qualunque modo tenga sempre dietro alla universale pronunzia,
regolata, o riconosciuta per regolare; e non far che la scrittura stia ferma, e
lasci andare questa tal pronunzia al
suo viaggio, senza darsene alcun pensiero. Ma questi discorsi non si potevano nè
fare nè seguire in quei primi e confusi tempi e ignoranti, nè dopo fatti, sono
stati effettuabili, avendo preso piede l'usanza contraria in modo che non si
potea più scacciare nè mutare; abbisognando ella di troppe e troppe grandi ed
essenziali mutazioni, non di poche e lievi e quasi accidentali come ne abbisognò
e ne ricevette l'usanza italiana.
[2873,1] Da tutte queste cagioni è[e] andamenti n'è seguito questo curioso effetto: che la lingua
francese scritta, è talora uguale, spessissimo somigliante alla latina, e quasi
sempre riconoscibile per figlia
2874 di lei; ma la
lingua francese pronunziata, ch'è pure in somma quanto dire la vera lingua
francese, n'è tanto diversa, anzi dissimile, che appena si può riconoscere
questa figliuolanza. E degli stessi vocaboli latini che i francesi conservano, e
sono assaissimi, gran parte e forse la maggiore, pronunziati, riescon tali, che
guardandoli nella sola pronunzia non s'indovinerebbe mai la loro origine, nè mai
si piglierebbero per nati da tali o tali vocaboli latini; laddove questa origine
si riconosce a prima vista leggendo quei vocaboli scritti. E veramente se la
scrittura francese non fosse così diversa dalla pronunzia, io credo che oramai
la notizia {{della più parte}} delle origini di questa
lingua sì moderna, sarebbe perduta, o in preda delle dissertazioni delle
congetture e delle favole. Mentre ella si conserva per solo benefizio della
diversità e irregolarità anzi assurdità della scrittura, e in questa si conserva
chiarissima {e certissima} e visibilissima, e tanto più
visibile quanto la scritura più è diversa dalla pronunzia, perchè tanto più è
simile al latino. Tanto si è mutata la lingua latina sulle bocche francesi per
l'uso avuto co' popoli settentrionali, e forse ancora in gran parte ancor prima,
per la natura del
2875 clima stesso, oltre la origine
settentrionale di molti de' medesimi parlatori, cioè de' Franchi di origine.
Quantunque nè l'origine gotica {e longobardica} di
molti italiani, nè la vandalica nè la moresca di tanti spagnuoli abbiano
prodotto di gran lunga effetti simili e proporzionati {a
questi} nelle lingue di questi due popoli.
[2875,1] Somiglianti cagioni dovettero certamente contribuire
a fare che le scritture inglese e tedesca siano riuscite meno conformi alle
pronunzie, e {queste} meno corrispondenti al valor
delle lettere ne' rispettivi alfabeti, {+e meno costanti nelle regole medesime loro (che hanno, almeno in francese,
tante eccezioni e sotteccezioni)} che non sono le scritture e
pronunzie italiana e spagnuola. Perocchè l'alfabeto inglese è il latino, e il
tedesco originariamente non è altro: laddove le loro lingue sono e
originariamente e presentemente tutt'altre che la latina. Di più essendo
pervenuta la letteratura e scrittura latina, e l'uso eziandio della medesima,
anche dove non pervenne l'uso di questa loquela, come in
inghilterra e in germania,
anche i tedeschi e gl'inglesi regolarono primieramente o abbozzarono la loro
ortografia e scrittura col solo o quasi solo esempio della latina avanti gli
occhi. E dopo preso piede le prime regole o i primi abbozzi, non si è più in
caso di distruggerli, e
2876 neppur si è sempre in caso
di fare che il resto, sebbene ancor non sia fatto, o non abbia preso piede, non
gli corrisponda; almeno non sempre si può riuscire ad impedirlo perfettamente, o
a far che impeditolo, la macchina cammini bene e regolarmente, e senza imbarazzi
e contrapposizioni e disturbi ec. disordini, effetti contraddittorii ec.
(1. Luglio 1823.).