18. Agos. 1823.
[3183,1] Gli uomini che nel mondo sono stimati e sono tenuti
da quanto gli altri o da più degli altri, lo sono per l'ordinario in quanto
coll'uso della società essi si sono allontanati dalla natura lor propria e dagli
abiti naturali dell'uomo generalmente, ed hanno in se oscurata e coperta la
natura, o sanno, sempre che vogliono, coprirla. E quanto più è oscurata in loro
e coperta e mutata sì la natura individuale e lor propria, vale a dire il loro
natural carattere, e gli abiti a che essa {particolar
natura} gli avrebbe condotti, sì la natura generale degli uomini,
tanto la stima generale verso di essi è maggiore. Voglio dir che la più parte
delle qualità che negli uomini ottengono stima appo il mondo, o sono totalmente
acquisite e per nulla naturali, anzi spesso contrarie alla natura lor propria o
generale; ovvero sono talmente svisate
3184 dal
naturale che per naturali non si ravvisano, e più che sono svisate, più, per
l'ordinario, si stimano. Perocchè egli è ben raro che una qualità semplicemente
naturale, e tale qual ella è da natura, sia stimata punto nella società, e
quando pur sialo, questa stima non è nè durevole, nè salda, nè generale, nè
molta, {ed} è sempre inferiore a quella delle qualità
acquisite o snaturate, le quali si apprezzano per regola, stabilmente e
seriamente, ma le naturali quasi per gioco, per rarità, per variare, per
passatempo, momentaneamente. Quelle si stimano come gravi, serie, e da negozio;
queste come lievi, di poca importanza ed utilità, da {semplice} trattenimento e da ozio: e la società presto se ne
annoia.
[3184,1] Questo genere di persone ch'è l'unico generalmente
stimato nella società, tiene il mezzo fra due generi, non istimato nè l'uno nè
l'altro, ma l'uno non istimabile, l'altro stimabilissimo e molto più stimabile
veramente di quello che il mondo stima. {Del} primo
genere sono quelle persone, in cui la natura non ha avuto forza bastante per
cangiarsi; cioè quelle che non furono capaci dell'arte, onde vivendo nella
società, non hanno da lei saputo apprendere, nè su di lei modellarsi, e per
3185 poca abilità naturale hanno conservata la loro
natura, il loro natural carattere, gli abiti a cui la natura o propria o
generale gl'inclinò; sicchè vivono e conversano nella società, tali appresso a
poco quali dapprima vi entrarono. Ciò sono le persone povere di spirito, di
tardo e duro ingegno, di corta e scarsa capacità. Eziandio spettano a questo
genere coloro in cui la natura si conserva per mancanza di coltura che la scacci
o la tramuti. Ciò sono le persone idiote e rozze, di poco o niuno uso sociale,
poco o nulla assuefatte alla civile conversazione, le quali recano nella
società, sempre che vi si accostano, il loro primitivo carattere, e le naturali
abitudini, non mai cangiate da quello che furono da principio, non mescolate o
accresciute con alcuna qualità sociale acquisita; e ciò non per durezza
d'ingegno, nè per naturale insufficienza, e incapacità di apprendere, ma per
mancanza d'insegnamento, di esercizio, di coltura dell'ingegno e delle maniere.
Questo genere di persone sia della prima specie sia della seconda, non è punto
stimata nè ricercata
3186 nè gradita nella società,
perch'egli conserva la natura, al contrario di quelle persone che ho detto
essere apprezzate nel mondo.
[3186,1] Del secondo genere {#1. Può vedersi la p. 3491-4. circa la timidità che è propria di questo secondo
genere e che affatto impedisce di essere stimato nella società, distrugge
qualunque stima si potesse esser conceputa di un individuo prima di
conoscerlo ec. Ella è sovente comune anche al primo genere, ma solo con
quelli di cui hanno soggezione,
laddove nel secondo con tutti, perchè questi tali hanno soggezione di se stessi. Ella è affatto esclusa dal
genere intermedio, e questo è il solo che ne sia sempre esente e al tutto
sicuro.} sono coloro in cui la natura straordinariamente forte, e più
potente che nel comune degli uomini, ha superato e respinto l'arte, e non le ha
lasciato luogo da situarsi, non per istrettezza e cortezza d'essa natura, ma
perch'ella, sebbene amplissima ed estesissima, tutto il luogo essa medesima
irremovibilmente occupò. Ciò sono le persone di carattere originale,
straordinariamente vigoroso, costante, fermo, i quali rigettano le abitudini
contrarie alla loro gagliarda natura e al detto carattere, di qualunque genere
ei sia; e non soffrono di piegarsi e adattarsi agli altrui costumi, di seguire
le altrui inclinazioni, di cangiare o di modificare o di nascondere e mascherare
o finalmente di smentire se stessi; non ammettono nè modi, nè usanze, nè gusti,
nè occupazioni, nè istituti di vita, nè parole, nè fatti se non conformi
esattamente alla loro primitiva natura ed indole, e da essa richiesti,
cagionati, mossi, suggeriti. Questi sono
3187 gli
uomini chiamati singolari e originali; non mai stimati (certo oggidì, e nelle
nazioni più civili e socievoli, non mai), per lo più disprezzati, {ovvero} odiati e fuggiti, sempre derisi. In questi tali
tutto è forza, e per la forza si conserva in essi immutabile la natura. Altri
pur v'ha del medesimo genere, ne' quali avvengachè la natura sia parimente
fortissima e potentissima, contuttociò si mescola in essi e nella natura loro
una sorta di debolezza e non poca. Ciò sono quelle persone di {vastissimo} finissimo e altissimo ingegno, al quale per
la troppa capacità ed ampiezza sfuggono e in essa ampiezza si perdono le cose
piccole; per la troppa finezza riescono difficilissime e impossibili ad
apprendersi, a seguirsi, a possedersi le cose grosse; per la troppa altezza
escono di vista le cose basse. Non già ch'essi sempre le sdegnino, anzi bene
spesso con somma e intentissima cura le cercano e studiano, ma con gran
meraviglia loro e dei pochi che ben li conoscono, non viene lor fatto di
conseguire in quelle cose appena una centesima parte di quell'abilità e di quel
successo che gl'ingegni mediocri, e talora
3188
piccoli, con molto minor cura e studio, facilmente e perfettamente conseguono,
possiedono e adoprano. Il medesimo eccesso della cura e della contenzion d'animo
che quei rari ingegni pongono a conseguire ed esercitare le qualità sociali,
cura e contenzione abituale e familiare in essi, e che mai e' non sanno
intermettere o rilasciare; il medesimo eccesso dico, togliendo loro la
possibilità della disinvoltura, del riposo d'animo, della facilità,
dell'abbandono, della sicurezza, {della} confidenza in
se stessi (che a chi suol riflettere sulle cose, e conoscerne e investigarne e
sentirne e pesarne le difficoltà, e a chi sempre mira alla perfezione, e
d'altronde sa {bene per molte esperienze e sente}
quanto ella sia difficile, a questi tali, dico, la confidenza in se stessi è
impossibile); togliendo dunque loro la possibilità di queste qualità che sono
d'indispensabilissima e primissima necessità per godere nella società e per
piacerle, e generalmente per ottenere colle parole o coi fatti qualunque
successo nel mondo; il detto eccesso, torno a ripetere, impedisce a quei rari
ingegni di mai, se non imperfettissimamente conseguire, di mai, se non con
grandissima difficoltà e stento, adoperare ed esercitare le
3189 qualità che nel mondo si apprezzano ed amano e premiano. Questi
tali, benchè grandissimi ingegni, benchè fecondi di bellissimi, utilissimi,
altissimi, nuovissimi pensieri, benchè scrittori sommi in questo o quel genere,
o pur letterati o filosofi {+o privati
politici} di altissimo valore, benchè d'animo nobilissimi,
sensibilissimi, rarissimi, benchè spesso capacissimi di dilettar sommamente o di
sommamente giovare a qualsivoglia società e a qualunque genere di persone coi
loro scritti o colle produzioni qualunque del loro ingegno, lungamente e
maturamente, o almeno riposatamente, pensate; anzi benchè le dette misere
qualità siano pur troppo propriissime de' singolari ingegni, e tanto più quanto
alcun d'essi più s'inalza sopra il comune, e a proporzione di ciò più
invincibili e costanti; e benchè quasi tutti gl'ingegni veramente singolari e
sommi, massime quelli che risplendettero {o
risplendono} negli studi {+delle scienze, delle lettere, o delle arti,} fossero e sieno più o
meno partecipi di tali qualità caratteristiche, si può dire, degli straordinarii
e sublimi talenti; (vedi fra l'altre cose il Pseudo Donato nella Vita di Virgilio
3190 cap. 6. fine, dov'è l'autorità di Melisso, Grammatico, liberto di Mecenate, contemporaneo di Virgilio: Forcell. in Melissus, Fabric.
B. Lat. 1. 494.); contuttociò
questi tali nella società, se non da quelli che conoscono per altra parte il
loro merito, e che conoscendolo sono capaci di apprezzare chi lo possiede, sono
generalmente (e non irragionevolmente, perocchè niun diletto e molta noia e
fatica reca la loro conversazione) disprezzati ed evitati, ancor maggiormente
che quelli dell'altra specie, e confusi dai più coi primi del primo genere, ai
quali in fatti, nell'esteriore e in ciò che d'essi apparisce, quasi a capello si
rassomigliano. In questo genere si può recar per esempio della prima specie
l'Alfieri, della seconda G. G. Rousseau. {#1. L'abitudine di sempre pensare, e di poco parlare; di
raccor tutto dentro e poco versar di fuori; di trattenersi con se stesso, di
stare raccolto come un devoto, di poco agire, poco conversar nelle cose del
mondo, poco trattare, per attendere agli studi; spendere tutte le sue
facoltà nel proprio interno ec. ec. tutte queste cose rendono l'individuo
incapace di portarsi bene nella società quanto un altro che sia pur di molto
meno talento; perocchè a lui manca l'esercizio dell'operare, del conversare,
di parlare (massime di cose frivole, come bisogna ec.) e le dette sue
qualità ed abitudini positive escludono anche positivamente la capacità di
contrarre le abitudini e di aquistare le qualità sociali. Così la gravità a
cui un tale individuo è neccessariamente abituato, la serietà, il pigliar le
cose per l'importante, e se non importano lasciarle, esclude la possibilità
di aquistar la leggerezza, l'abito di dar peso naturalmente alle cose
minime, di scherzare, d'interessarsi con verità per le bagattelle, di trovar
materia di discorso dove assolutamente non ve n'ha ec. ec. tutte cose
necessarissime in società: pigliar le cose, le materie, anche importanti e
serie, dal lato non importante e non serio, o trattarle non seriamente,
superficialmente, scherzevolmente ec. ec. e come bagattelle ec. ec. e le
profonde a fior d'acqua ec. ec.} Anche questo genere di persone benchè
stimabilissimo non è stimato, perocch'ei conserva la natura, o non è
bastantemente mutato dal naturale.
[3190,1] Sicchè tra quello che non è stimabile e quello ch'è
degno di somma stima, restano solamente stimati {quelli che
tengono il mezzo, e cio[cioè]} gli
uomini mediocri e mediocremente
3191 degni. E ritrovasi
per questa via e sotto questo rispetto, siccome per tutte l'altre vie e per ogni
altro riguardo, trionfare nell'umana conversazione la mediocrità.
[3191,1] Nè solamente alla stima del mondo, ma a qualunque
altro successo nella società, come al far fortuna, all'avanzarsi nel favore o
de' principi o de' privati, e a cose tali si può applicare la triplice
distinzione e la successiva suddivisione degli uomini da me fatta fin qui, e
troverannosi dovunque gli effetti corrispondere ai sopra osservati, secondo i
generi e le spezie surriferite. (18. Agos. 1823.).