11. Ott. 1823.
[3661,1]
3661 Non sarà alieno da questo proposito il prevenir
chi volesse obbiettare che moltissimi degli usi invenzioni ec. che hanno
cagionato la corruzione del genere umano, o vi hanno contribuito, o da essa son
nate, e l'hanno accresciuta ec. si trovano esser comuni o a tutti o a moltissimi
popoli, anche selvaggi, anche affatto divisi tra loro, e diversissimi ec. anche
privi fino agli ultimi momenti d'ogni commercio col resto del mondo ec., o alla
massima parte dei popoli ec. (com'è l'uso del fuoco); e da ciò volesse dedurre
che tali usi, invenzioni ec. benchè dalla natura contrariate, pur dalla natura
dell'uomo erano richieste, ed a lei convengono, ed essa presto o tardi
immancabilmente le scuopre, le adotta ec. Rispondo che tutte le cose persuadono
una essere stata la culla del genere umano, e da un solo principio esser
derivate tutte le nazioni, e da un solo paese uscite, e ad una sola origine
doversi tutte riferire. Certo per lunghissimo tempo ebbe tutto il genere umano
stretta relazione insieme, stante la prossimità de' luoghi che esso,
accrescendosi e dilatandosi, veniva di mano in mano
3662 occupando. Prima che alcuna parte dell'uman genere, o vogliamo dire alcun
popolo, restasse così disgiunta dall'altre che niuna relazione avesse seco loro,
era certamente già, non pur nata, ma notabilmente avanzata la corruzione del
genere umano. Poichè, fra l'altre cose, questa medesima propagazione di esso
genere, che le sue parti appoco appoco divise l'una dall'altra, non potè aver
luogo senza ch'e' fosse già corrotto, come dico nel pensiero antecedente, e la
navigazione molto meno, senza cui non pare che il genere umano si potesse tanto
diffondere, sino a perdere ogni communicazione tra le sue parti. Da qualunque
causa per tanto e in qualunque modo nascesse e crescesse la corruzione e {lo} snaturamento di nostra specie, esso fu uno, e nacque
e crebbe (fino a un notabil segno) in tutto il genere umano ad un tempo, siccome
tutto il genere umano fu per immenso corso di secoli, una nazione sola, benchè
sempre crescente. Dico dunque che questa corruzione è un fatto solo, e non più,
tanto che dalla moltiplicità de' fatti conformi, si possa raccogliere ch'
3663 essa corruzione era naturale e inevitabile. Dico
che tutte le dette invenzioni, usanze ec. che si trovano esser comuni a tutti o
alla più parte de' popoli, ebbero una origine sola, (o il caso, o qualunque
altra ch'ella si fosse); che una sola volta furono dagli uomini superate le
immense difficoltà che la natura a tali invenzioni ec. opponeva; ch'elle si
propagarono insieme coll'uman genere; che i più selvaggi popoli che fino al dì
d'oggi si trovino nelle più remote isole e più divise da ogni commercio, erano,
quando in esse si recarono, già notabilmente corrotti, e portarono seco le dette
invenzioni ec. che lor sono comuni con tutti gli altri popoli, perchè tutti gli
altri ancora dalla medesima fonte derivarono, e dal medesimo luogo e nazione
ebbero quei tali usi e cognizioni ec., e non perchè queste nascessero tante
volte quanti sono {e furono} i popoli della terra che
le posseggono e possederono. Se l'uso del fuoco è comune a tutti i popoli, io
dico che la sua origine fu sola una. Se la navigazione è comune {anche} a moltissimi selvaggi e barbari che da tempo
immemorabile fino agli ultimi secoli
3664 o fino agli
ultimi anni, non ebbero relazione alcuna coi popoli civili, o niuna per ancora
ne hanno; io dico che la navigazione fu scoperta una volta sola, e che di questa
scoperta tutti i popoli che navigano ne profittarono, e che da essa derivano non
meno le canoe fatte di un sol tronco scavato, e mosse
con un ramo d'albero per remo, che i bastimenti i più artifiziati e le barche a
vapore. E certo quei popoli non sarebbero, {cioè} non
abiterebbero in quei paesi, e non sarebbero disgiunti dagli altri popoli, se
prima di divenir tali, essi non avessero conosciuta la navigazione, col cui
mezzo si allontanarono dagli altri. Dunque s'ei la conobbero prima di separarsi
dalla nazione ond'essi derivano, questa nazione la conosceva. Dunque se questa
la conosceva, anche quella ond'essa venne. Dunque così di mano in mano si
giungerà fino a quella nazione, onde tutte provennero, cioè al genere umano
ancora indiviso, e formante per anche una sola nazione. Così discorrasi di tutte
quell'altre scoperte {ec.} ch'essendo maravigliosissime
e parendo quasi impossibili, pur si
3665 trovano esser
comuni a tutti o quasi tutti i popoli, ancorchè incolti, remotissimi,
disgiuntissimi ec. (Giacchè dell'altre che son facili, e poco contrariate dalla
natura ec. non è necessario il suppor lo stesso, non è maraviglia se ciascun
popolo, ancorchè rozzo, potè trovarle, se il caso che le mostrò, essendo facile
e proclive ad accadere, ebbe luogo molte volte e in molti luoghi ec. più presto
qua e là più tardi, ma pur dappertutto, in tanto spazio di tempo quanto è
ch'esistono quei popoli; e niuno argomento se ne può trarre a provare ch'elle
sieno naturali, per la moltiplicità delle loro origini; perocchè de' popoli
bastantemente corrotti, era ben naturale che tutti, presto o tardi, le
trovassero ugualmente; oltre che tali scoperte ec. facili e proclivi non sono
mai causa di gran corruzione, nè molta ne richieggono, nè molto si oppongono
alla natura, nè molto contribuirono a snaturare la nostra vita e la nostra
specie).
[3665,1] Tant'è. Popolo umano totalmente naturale e
incorrotto, non esiste. Tutti i popoli, tutti gl'individui umani sono corrotti e
alterati, perchè
3666 tutti hanno origine da un
medesimo popolo, il quale fu corrotto prima di emetterli, o vogliamo dire prima
di diffondersi e dividersi, nè si sarebbe tanto diffuso e tanto diviso se prima
non fosse stato corrotto. Ma questa originaria corruzione che in moltissimi
popoli si fermò e non passò più oltra, e dura anche oggidì, quasi corruzione
primitiva (giacchè popoli o uomini di vita veramente primitiva non si trovano,
nè si possono onninamente trovare, stante la corrotta origine di tutti,
[indicata ancora dalla Scrittura ec.]); questa corruzione dico, secondo le
diverse circostanze naturali o accidentali o qualunque, in altri passò più o
meno avanti, poi si fermò e divenne stazionaria (come nel
Messico, nella China); in
altri retrocedette, poi risorse, poi seguitò e segue sempre a progredire, come
in Europa.
[3666,1] Questo mio discorso non è immaginazione.
L'universale e costantissima tradizione e le memorie tutte della remotissima
antichità provano che una in fatto fu l'origine dell'uman genere.
{V.
p. 3811.} Esse e la ragione provano che l'unicità di nazione
nell'uman genere durò e dovette
3667 naturalmente
durare per lunghissimo tratto di secoli. Essa tradizione espressa, esse memorie,
essa ragione provano che la prima corruzione del genere umano fu universale,
cioè di tutto il genere insieme, che dalla nazione umana già corrotta, già degenerata, già ricca di moltissime
invenzioni ec. (il che non potè essere che dopo lunghissimo spazio) si
derivarono e si diffusero e separarono le varie nazioni in ch'ella poi si
divise. (torre di Babele ec.)

[3667,1] E venendo ad altri fatti, si trova che le scoperte
{ec.}
difficili, le quali furon proprie di
qualche nazione particolare, e nacquero dopo la divisione del genere umano;
benchè necessarissime alla vita civile, benchè tali che senza di esse la civiltà
non sarebbe potuta crescere, nè pur giungere a un grado da meritare un tal nome,
non si sono mai introdotte, se non presso le nazioni che hanno o hanno avuto
relazione tra loro; e nell'altre, benchè giunte ancora fino a un certo segno di
dirozzamento, come la China e il
Messico ec., non si sono introdotte ancora,
quantunque nelle civili nazioni esse sieno
3668
antichissime, e d'origine immemorabile; o non vi s'introdussero se non per mezzo
delle nazioni civili che ve le recarono dopo innumerabili secoli. Il che prova
evidentemente che tali scoperte ec. ebbero un'origine sola (o fosse il caso o
qualunqu'altra), poich'esse non furono mai note se non a nazioni che
scambievolmente conversarono; e che esse scoperte non si rinnovarono mai, poichè
nelle nazioni separate da quelle, ancorchè colte, in immenso spazio di tempo,
mai non nacquero. Onde se quelle nazioni le conobbero, ciò fu precisamente a
causa del loro scambievole usare; sicchè quelle scoperte ec. ebbero un'origine
sola, e non furon fatte più che una volta, e da detta origine provennero a tutte
le nazioni che le conobbero e le conoscono. Dunque se altre tali scoperte ec.
difficili, son comuni a tutti i
popoli, anche separati, anche barbarissimi, si dee supporre ch'elle fossero
fatte prima che tali popoli si separassero di là ond'essi vennero; e si deve
parimente dire che anch'esse non ebbero più che una sola origine.
[3668,1] Le scoperte ec. che ho detto esser
3669 solamente comuni ai popoli che tra loro hanno
trattato, sono infinite. Bastimi una. L'uso della lingua è necessario alla
società. Mirabilissima scoperta è quella della favella. Nondimeno tutti i popoli
favellano. Appena gli uomini incominciarono a stringere una società,
incominciarono a balbettare un linguaggio. La natura stessa lo insegna sino a un
certo punto, non solo agli uomini, ma eziandio agli altri animali; agli uomini
molto più, ch'ella ha fatto certo più socievoli. Stringendosi maggiormente la
società, e crescendo lo scambievole usare degli uomini, fino a passare i termini
voluti e prescritti dalla natura; crebbe necessariamente il linguaggio, e
divenne più potente che la natura non voleva. Tutto ciò dovette necessariamente
aver luogo prima che il genere umano si dividesse. Quando e' si divise, ei
parlava di già, non che favellasse. Ciò si prova a
maiori e a minori; e perchè la società
crescente produceva di necessità l'incremento della lingua, e perchè questo era
necessario all'aumento di quella; perchè il genere umano non si sarebbe diffuso,
se la società non fosse stata già bene
3670 stretta e
cresciuta e adulta, nè questo poteva essere senza un sufficiente linguaggio, e
senza un tal linguaggio il genere umano non si sarebbe diffuso ec. Quindi è che
l'invenzione del linguaggio, così com'ella è maravigliosissima, è pur comune a
tutti i popoli, anche a' più separati e più barbari.
[3670,1] Ma è forse altrettanto della scrittura alfabetica?
Questa non era necessaria alla diffusione del genere umano. Bensì ell'è
necessarissima alla sua civiltà, bensì ell'è comune a tutte le nazioni civili,
{+e a quelle che il furono ec.
moltissime di numero,} bensì ell'è antichissima, e la caligine de'
tempi nasconde la sua origine; ma perciò ch'ella fu pur più moderna della
divisione dell'uman genere, non si troverà nazione alcuna divisa dall'europee
ec. ec., per molto sociale ec. ec. ch'ella sia, la quale conosca la scrittura
alfabetica, o che la conoscesse prima di riceverla da noi. La
China così colta, ha una scrittura, ha libri, {ha letteratura ec.,} ma l'alfabeto non già. I Messicani
avevano una scrittura, ma di alfabeto neppur l'immaginazione. E ciò perchè
l'invenzione dell'alfabeto (come
3671 ho sostenuto
altrove pp. 1270-71
pp.
2619-22
pp.
2948. sgg., e come si può confermare con questo discorso) fu sola una,
e mai non si rinnovò, e chi non ebbe e non potè aver notizia dell'alfabeto,
direttamente o indirettamente, dal primo o da' primi che l'inventarono, {+o fin ch'e' non l'ebbe di là,} mai
non ebbe alfabeto, mai non l'inventò esso (in immenso spazio di tempo), nè
gliene venne pure in pensiero. La China ne ha avuto
notizia, ma non l'ha adottato, per la natura sua, e per la difficoltà di mutare
{o distruggere} le usanze antichissime e universali
nella nazione, {+e collegate con cento
altre che converrebbe pur mutare (come lo è la scrittura chinese colla
letteratura, e quindi coi costumi, coll'istruzione popolare ec. ec.);}
e d'introdurne universalmente delle affatto nuove e troppo diverse di genere ec.
ec.
[3671,1] A questo proposito si consideri ancora quante
invenzioni ec. che per lunghissimo tempo furono proprie degli antichi, ed anche
comuni a molte nazioni, ed anche volgari; perdute ne' tempi bassi, non si sono
potute mai più rinnovare, nè mai probabilmente si rinnoveranno (com'è quella
della pittura all'encausto); e ciò, non ostante che se n'abbia pur la notizia in
genere, cioè la memoria ch'esse furono e quali furono, e sovente ancora
parecchie notizie in ispecie, cioè vestigi del come furono, de' metodi e
processi ec. del
3672 modo ec. {de'
mezzi, ingredienti ec.} della forma di adoperarle ec., e le notizie
particolari e distinte de' loro effetti e fini ec. Contuttociò ad ingegni così
civili, così raffinati, acuti, penetranti, esercitati, coltivati, così
speculativi, così inventivi, così avvezzi e dediti a inventare, a speculare, a
meditare, a riflettere, a osservare, a comparare, a ragionare ec. quali son
divenuti gl'ingegni umani (ben altri erano certo e sono i primitivi e selvaggi
ec.), non è bastato l'animo, dalla risorta civiltà in poi, di poterle ritrovare
una seconda volta. (11. Ott. 1823.).