12. Ott. 1823. Domenica.
[3673,1] Colla medesima proporzione che altri viene
perfettamente e veramente conoscendo e intendendo le difficoltà del bene
scrivere, egli impara
3674 a superarle. Nè prima si
conosce e intende compiutamente, intimamente, distintamente e a parte a parte
tutta la difficoltà dell'ottimo scrivere, che altri sappia già ottimamente
scrivere. E ciò per la stessa ragione per cui l'arte di bene scrivere, e il
modo, e che cosa sia il bene scrivere, non può essere compiutamente conosciuto e
inteso se non da chi compiutamente possegga la detta arte, cioè sappia
interamente metterla in opera. Sicchè in un tempo medesimo e si conosce la
difficoltà {del perfetto scrivere,} e s'impara il modo
di vincerla e se n'acquista la facoltà. E solo colui che sa perfettamente
scrivere ne comprende sino al fondo tutta la difficoltà, nè altrimenti può mai
bene scrivere, ancorch'ei {già} sappia compiutamente
farlo, che con grandissima difficoltà. Coloro che male scrivono, stimano che il
bene scrivere sia cosa facile, e scrivono al loro modo agevolmente, credendosi
di scriver bene. E peggio e' sogliono scrivere, più facile stimano {{che sia}} lo scriver bene, e più facilmente scrivono. Il
considerare il bene scrivere per cosa molto difficile, è certissimo segno di
esser già molto avanzato
3675 nel sapere scrivere,
purchè questo tale sia veramente ed intimamente persuaso della difficoltà ch'ei
dice, e non la affermi solamente a parole e mosso da quello ch'ei n'intende
dire, e dalla voce comune. (Perocchè anche chi non sa scrivere, dice che il bene
scrivere è molto difficile, ma e' nol dice per coscienza nè per prova nè con
vera persuasione, e s'egli è uno di quelli che s'intrigano di scrivere e che
presumono di saperlo fare, certo è ch'egli in verità non crede che ciò sia
difficile, come comunemente si dice, e com'ei pur dice cogli altri). Per lo
contrario lo stimare che il bene scrivere sia cosa facile o poco difficile, e il
confidarsi di poterlo e saperlo agevolmente fare, o poterlo apprender con poco,
e[è] certo segno di non saper far nulla, e
di esser sui principii nel possesso dell'arte, o molto indietro. {+(Così è
generalmente di tutte le arti, scienze ec.)} Da queste osservazioni si
dee raccogliere quanti possano esser quelli che perfettamente conoscano il
pregio, e stimino il travaglio, il sapere, l'arte e l'artifizio di una perfetta
scrittura e di un perfetto scrittore, del che a pagg. 2796-9. (12. Ott. 1823.
Domenica.).