4. Nov. 1823.
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Alla p. 3704.
fine. E qualcosa similmente è più aliena dalla terza coniugazione, e
più propria e caratteristica della prima, che la desinenza in āvi nel perfetto e in ātum
nel supino? (sero is anomalo ha satum, anomalo come il perfetto sevi; ma
oltre che questo supino è anomalo, ei non è in ātum ma in ătum). Or eccovi
nascor della terza fa nātus
{participio e sostantivo} e natus
sum, e nātum, e nātu ec. E tutti i verbi in asco e ascor, o non hanno perfetto nè supino, o se n'hanno o
che se gli attribuiscano, e' sono in āvi e in ātum. Qual più chiaro segno che questi non sono
proprii loro, ma d'altro verbo, e questo della prima? Veterasco is ha, {o} se gli attribuisce, veteravi. Pare però che lo stesso Forcell. che
glielo attribuisce, abbia veduto ch'e' non può esser proprio suo, ma
di un vetero as, il quale ei segna senz'alcun esempio,
rimettendo a veterasco, dove di vetero non è parola; solo vi sono esempi di veteravi frammisti a quelli di veterasco.
(Trovasi anche veteratus. V. Forc. in
questa voce). Infatti abbiamo inveterasco is
fatto evidentemente da ĩvetero as avi atum, il quale
ancora sussiste {(tutto intiero),} e così inveteratus (che il
Forc. attribuisce giustamente ad invetero, sì come anche il perfetto inveteravi e il supino inveteratum, segnando
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inveterascere senza perfetto nè supino), e così forse
altri composti di vetero. Dunque se v'invetero, e se a questo spetta inveteravi, atum, atus, dovette avervi anche vetero, e suo
esser veteravi, atus ec. E
così discorrasi di tanti altri verbi originali di quelli in sco, de' quali mancando il semplice si trovano però i loro composti,
a' quali ordinariamente si attribuiscono i perfetti e supini che loro
convengono, mentre quelli de' semplici, se i semplici non si trovano,
s'attribuiscono ai loro semplici derivati in sco.
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Irascor sta nel Forcell. senza supino
nè perfetto. Trovasi iratus. Vero participio, benchè
{forse,} almeno in certi casi, aggettivato, come
tanti altri. Or donde viene questo participio? Non dimostra egli un verbo della
prima? un verbo onde venga sì egli sì irascor? Cioè un
antico iror, conservato nell'italiano (irare, adirare, {airare} ec. con lor derivati
ec.), e v. gli spagn. (4. Nov. 1823.).