8. Nov. 1823.
[3848,1]
Alla p. 3705.
marg. Così sino is fa nel perfetto sivi. Ma
3849 notisi che il
primo i quivi è breve, al contrario di quelle voci di
cui or discorriamo cioè de' perfetti di cresco, suesco ec. ed anche di sevi
e di crevi da cerno. {+Sterno is strāvi
ātum. Quest'anomalia forse viene che sterno è difettivo, e supplito coll'avanzo di un antico stro as dall'inusitato στρώω, onde στρώσω, ἔστρωσα
ec. Simile dico de' composti prosterno, insterno ec.} Le lettere vocali che
precedono il vi ne' perfetti delle altre coniugazioni
sono sempre {per lor natura} lunghe (eccetto {forse} alcune anomalie), dico quelle che lo precedono
regolarmente, cioè l'a nella prima, l'e nella seconda, l'i nella
quarta (perocchè p. e. fovi
cavi da foveo
caveo sono contrazioni di fovevi, cavevi, sicchè non regolarmente il
vi è preceduto in fovi
dall'o, in cavi dall'a: per altro l'a e l'o di queste e simili voci, sono altresì lunghi).
Insomma la desinenza di sivi non è veramente propria
della 3. ma neanche di verun[verun'] altra
coniugazione. Al contrario di quella de' perfetti de' verbi in sco, i quali se sono in vi,
la vocale che precede questa desinenza, è sempre (credo) lunga. Cosa affatto
impropria della 3. e chiaro segno che tali perfetti sono {propri} di verbi d'altre coniugazioni. (8. Nov. 1823.).
{{V. p. 3852.}}