7. Dec. Vigilia della Concezione. 1823.
[3950,2] Non si dà ricordanza senza previa attenzione, ec.
come altrove pp. 1733-37
pp. 2110-12
pp. 2378-81
p.
3737. Questa è una delle principali cagioni per cui i fanciulli, in
principio massimamente, stentano molto a mandare a memoria, e più degli uomini
maturi, o giovani. Perocchè essi sono distratti e poco riflessivi ed attenti,
per la stessa moltiplicità di cose a cui attendono, e facilità, rapidità e forza
con cui la loro attenzione è rapita continuamente da un oggetto all'altro. Gli
uomini distratti, poco riflessivi ec. non imparano mai nulla. Ciò non prova la
lor poca memoria, come si crede, ma la lor poca o facoltà o abitudine di
attendere, o la moltiplicità delle loro attenzioni, il che si chiama
distrazione. Perocchè la stessa troppa facilità di attendere a che che sia, o
per natura o per abitudine, la stessa suscettibilità della mente di esser
vivamente affetta e rapita da ogni sensazione, da ogni pensiero; moltiplicando
le attenzioni, e rendendole tutte deboli, sì per la moltitudine, {{e confusione,}} sì per la necessaria brevità di
ciascuna,
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{da cui} ogni piccola cosa distoglie l'animo,
applicandolo a un altro, e per la forza stessa con cui questa seconda attenzione
succede alla prima, cancellando la forza di questa, rende nulla o scarsissima la
memoria, deboli e poche le reminiscenze. E così la stessa facilità e forza
eccessiva di attendere produce o include l'incapacità di attendere, e così suol
essere chiamata, benchè abbia veramente origine dal suo contrario, cioè dalla
troppa capacità di attendere (come sempre il troppo dà origine o equivale e
coesiste al nulla o alla sua qualità o cosa contraria); e l'eccesso della
facoltà di attendere si riduce alla mancanza o alla scarsezza di questa facoltà,
secondo che detto eccesso è maggiore o minore. Ciò ha luogo principalmente, per
regola e ordine di natura, ne' fanciulli. - Laddove una sensazione ec. una sola
volta ricevuta ed attesa, basta {{sovente}} alla
reminiscenza anche più viva, salda, chiara, piena e durevole, essa medesima
mille volte ripetuta e non mai attesa non basta alla menoma reminiscenza, o solo
a una reminiscenza debole, oscura, confusa, scarsa, manchevole, breve e
passeggera. Perciò venti ripetizioni non bastano a chi non attende per fargli
imparare una cosa, che da chi attende è imparata talora dopo una sola volta, o
con pochissime ripetizioni estrinseche ec. (7. Dec. Vigilia della
Concezione. 1823.).